Ciao e benritrovati a tutti.. la prole esige tempo.. tanto.. sono cambiati ritmi e abitudini.. ma certe cose non cambiano mai.. e così.. eccomi ritornata con il botto!!!!
A presto!
Un abbraccio ai quattro gatti che (forse) ancora mi seguono eheheh
Rita
***
Oggi volevamo andare a fare un giretto all'area faunistica
di Spormaggiore, quando ecco giungere un messaggio da un amico orsofilo: "In
Brenta orientale stanno osservando mamma orsa e cucciolo con lungo".
Con Claudio ci si guarda e si decide di tentare il tutto per
tutto.
Gaia si addormenta lungo la strada, così, giunti in loco,
mentre Claudio veglia la piccola, io mi carico di binocoli, pile, biberon e
varie e mi incammino affaccendata verso la postazione.
La strada non è molta, ma giungo trafelata dall'agitazione,
mollo tutto in terra, mi siedo sulla panca e inizio a sbinocolare. Sento al
telefono Max, il quale mi riferisce che l'orsa è in alto, non lontana dalla
cima, avvisto camosci e cervi, ma questi sono più in basso, per mettere a fuoco
oltre mi serve il lungo.
Nel frattempo mi raggiunge Max e via di lungo.
La cima. Le creste. Un canale. Un nevaio. Un prato. Eccola
là.
Una massa marrone immobile. E' adagiata su una cengia
sospesa sulla valle, perché c'è chi l'ha vista muoversi che c'è la certezza si
tratti di un orso, altrimenti sembrerebbe l'ennesima zolla di terra.
Non ci resta che aspettare pazientemente che l'orsa si
svegli. Nel frattempo arrivano Claudio e la mia cucciola, gioco un po' con lei:
è bravissima si mette lì buona a giocare con pigne, rametti e sassi.
Ci si alterna al lungo.. ok.. forse lo monopolizzo un poco..
ma il desiderio di vederla muoversi è incontenibile.
Poco prima delle 17 muove un po' il corpo. Poi giace nuovamente
immobile.
Alle 17.10 l'orsa si stiracchia e si alza. Maestosa e regale
annusa la valle, osserva attentamente in alto, a destra, a sinistra, in basso. Vigila
affinché non ci siano pericoli.
Poi si sposta di lato e da dietro fa capolino il cucciolo, è
un cucciolo dell'anno, piccolo e nero.
Cuore a mille. Guardo Gaia e mi si stringe il cuore.
La coppia si sposta a destra, prima la madre, poi la segue
il cucciolo che, curioso com'è, si ferma ogni tre per due, ma lei è lì, sempre
vigile, sempre attenta.
Ad un certo punto cominciano a calarsi lungo un tratto
roccioso - stiamo parlando di veri e propri versanti scoscesi - il piccolo si
muove come un esperto arrampicatore saggiando il terreno con le quattro zampe.
Ora brucano erba su un terrazzo erboso.
Arrivano i primi
refoli di vento, la postazione è "famosa" per questo, è giunta l'ora
di scendere a valle: la cucciola, la MIA, viene prima di tutto. Sempre.
Claudio e Gaia si incamminano, io cerco di rubare altri
preziosi 5 minuti al paziente Max, un ultimo sguardo, un ultimo tuffo al cuore nel
vedere quest'altra coppia di madre e figlia,
cambia la specie ma l'accudimento, l'attenzione e sì, chiamiamolo amore
( umanizziamola pura sta orsa!), è lo stesso.
Smontiamo baracca, Max mi accompagna al parcheggio, poi si
trasferirà più in alto a fare qualche filmato.
Ed eccoli là lungo la forestale: Gaia sta giocando vicino a
una pozza d'acqua col papà.
E il cuore mi si riempe ancora di uno sconfinato e unico
amore.
Eccovi uno scatto fatto in digiscoping dal Max, Il Paziente!