Oggi ho ritrovato un vecchio amico, sto parlando del Lagorai!
Con Claudio e Flavio partiamo alla volta della val di Fiemme e, giunti a Predazzo, imbocchiamo la strada sterrata che porta a Malga Valmaggiore (1620 m).
L'alpe è immersa nella brina, sono - 3° e il sole è ancora nascosto dalle scure cime del Lagorai.
Bardati di tutto punto prendiamo il sentiero 335 che, ricalcando un tracciato militare, sale alla forcella di Valmaggiore.
Seguiamo il valloncello attraversando una fitta pecceta; usciti dal bosco incontriamo un macereto con rododendri e qui, fra i massi, c'è un piccolo specchio d'acqua, il laghetto di Valmaggiore, imprigionato dal gelo.
Nel frattempo il sole buca le creste dei monti, i raggi colpiscono un gruppetto di larici che s'infiammano e tutto questo rifulgere si riflette sul ghiaccio del piccolo lago. Estasi.
Da una catasta raccogliamo un po' di legna per il bivacco e poi affrontiamo l'ultima rampa.
Il sole finalmente ci scalda le membra.
Valichiamo la forcella Valmaggiore e proseguiamo verso il bel bivacco Paolo e Nicola (2180 m). La vista si apre sul versante meridionale del Lagorai, all'orizzonte, avvolte dalle nebbie della pianura, le Vette Feltrine.
La mia insaziabile curiosità mi spinge avanti, voglio vedere di più .. ecco Cima d'Asta.. e poi la meraviglia inaspettata.. sotto di noi si apre la val Fossernica! Che vista sublime! In questa selvaggia valle, racchiusa da cima Paradisi, fanno sfoggio alcuni specchi d'acqua contornati da larici color fuoco.
Beviamo del the caldo, ma il vento non ci da tregua e riprendiamo ben presto il nostro giro. Ritorniamo alla forcella Valmaggiore e prendiamo il sentiero 349 che ripercorre una mulattiera di guerra. Sempre con bella vista su Latemar e Rosengarten, tagliamo le pendici di cima di Valmaggiore e giungiamo a una selletta che la collega al Dos Caligher.
Salutati momentaneamente Cima Cece e il suo Campanile, giriamo versante e percorriamo la testata dell'idilliaca Valbona.
Lungo il sentiero troviamo un po' di neve e ghiaccio, ma proseguiamo senza problemi fin sotto cima Moregna; qui, anziché scendere alla malga, imbocchiamo la traccia che conduce all'omonima forcella.
In un pianoro invaso da resti di trincee pranziamo riparati dal vento. Flavio parte alla conquista di uno degli speroni rocciosi che formano la frastagliata cima di Valbona.
Finito di pranzare saliamo alla forcella Moregna (2397 m) che si apre fra il Coltorondo e cima Moregna.
Giunti al valico si apre un nuovo mondo: l'attenzione è subito catturata dal blu del lago Brutto, che a dispetto del nome è bellissimo, e dal sottostante lago delle Trote. A occidente si stagliano tutti i colossi del Trentino Alto Adige: Presanella Cevedale, Ortles & co.
Costeggiamo il lago Brutto (2207 m) e, tra grossi massi di porfido puntellati da licheni color verde brillante, percorriamo la testata della val Pozze in fondo alla quale occhieggia Predazzo sovrastato dai rocciosi pinnacoli del Latemar. Giriamo nuovamente costone ed ecco il lago Moregna e l'omonima malga (2081 m). Attraversiamo un rosso lariceto con bucoliche vedute sul Rosengarten e Marmolada e scendiamo in riva al lago.
Da questo, per mulattiera, percorriamo la Busa degli Slavaci e ritorniamo celermente a malga Valmaggiore.
E proprio vero "Chi (ri)trova un amico trova un tesoro".
Riflessi
Val Fossernica
Bivacco Paolo e Nicola e Latemar
Valmaggiore
Flavio e Latemar
Alle pendici di Cima Moregna
Forcella Moregna
Uno sguardo verso occidente
Lago Brutto
Uno sguardo verso Predazzo
Cima Cece
Riflessi
Ampie vedute
Forever autumn
Una "vita" che non adavamo in Lagorai e come dire...... alla faccia di come si è presentato! :D spettacolari i colori autunnali!
RispondiEliminaFoto splendide, luoghi incantevoli, braviiii!!!
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