Dopo più di 9 mesi rieccoci a Markovec: il lento fluire dell'Obrh, il verde promontorio del Racna Gora, la vetta dello Sneznik, le poiane a caccia sui campi, Ie faggete dello Javorniki, la casa di Miha.. ormai è come ritornare a casa.
Il primo giorno, il 13 agosto, nei pressi della Jurjeva Dolina veniamo accolti dal maestoso e silenzioso volo dell'allocco degli urali.
Il 14 agosto andiamo a fare un giro sul versante sud-orientale dello Sneznik. Nei pressi di un bunker imbocchiamo una forestale e ci dirigiamo in una zona piena di suggestive doline chiamata Ždrocle. La sera decidiamo di rientrare alla base compiendo il periplo del Racna Gora; stiamo parlando del più e del meno, e dietro alla curva in chi ci imbattiamo???
In un bell'orso che vedendoci si tuffa in mezzo ad alcuni cespugli.
Fermiamo l'auto e facciamo retromarcia, l'orso è là, in piedi che ci osserva curioso, è bellissimo, poi ritorna a quattro zampe e ci spia tra le foglie.
Esco dall'auto e comincio a scattare foto a raffica. Poi fa per andarsene, fischietto, lui si ferma ancora e ci osserva curioso, è bello grosso.
Non so cosa, forse lo sguardo "dolce", mi induce a pensare che sia una femmina.
Ci squadra ancora per un po' e poi se ne va via, lentamente per la sua strada. Strada che ancora una volta e per breve tempo è coincisa con la nostra.
Nonostante questo sia il mio 12° orso avvistato in natura è sempre un'emozione indescrivibile incontrarlo faccia a faccia, nel bosco e a pochi metri di distanza. Nessun timore, solo una grande commozione.
Il giorno di Ferragosto ci dirigiamo a Zgornje Poljane, su suggerimento di Miha, vogliamo fare il giro a piedi del Racna Gora. C'incamminiamo lungo un tratturo e giungiamo alle radure di Ravni Laz. Da queste in breve raggiungiamo il piccolo abitato di Dolenje Poljane. Proseguiamo lungo viottoli e giungiamo ad una casa di caccia. Dopo aver pranzato seguiamo la strada forestale principale. Ad un certo punto tagliamo per una radura semi nascosta dal bosco e tocchiamo la casa di caccia di Gasper (!); di qui in breve al parcheggio.
La sera, dopo aver sbinocolato nei pressi di una grande radura, proprio dove finisce la strada, la mia attenzione è attirata da un movimento. Orsa con cuccioli!!!!!!!! Su un tratturo laterale ecco mamma orsa e due piccoli, questi si danno alla fuga immediata, la madre si gira verso di noi, ci osserva e poi svanisce nelle selve.
Poiana a caccia di prede
Fatte slovene:)
Il 16 andiamo con Miha a fare un giro nelle vecchie foreste dello Sneznik. E' liberatorio e rilassante camminare senza meta, seguendo sentieri fatti da chissà quale animale e tratturi di boscaioli. C'immergiamo sempre più nelle selve, esploriamo alcuni promontori di roccia calcarea circondati da imponenti abietete e faggete. Un rumore attira la nostra attenzione, è una coppia di cerve che sta risalendo una dolina e che fugge via appena ci vede.
Nel tardo pomeriggio scoppia un temporale da paura; ma non basta per dissetare il terreno, in alcune zone gli alberi stanno già perdendo le foglie rese secche dall'aridità.
Boschi sloveni
Il 17 ci svegliamo all'alba e facciamo un piccolo giro con Miha, passeremo poi la giornata nelle vetuste foreste di Kocevsko.
Alba dal Racna Gora
Kocevje
Il 18 puntiamo alla cimetta della Križna Gora. Parcheggiamo l'auto nei pressi dell'ingresso della Križna Jama e cominciamo a risalire lungo il sentiero che attraversa una ripida faggeta. Giungiamo in cima dove c'è una chiesetta e l'ultima tappa della via crucis che percorriamo a ritroso fino al paese di Sv Ana. Da qui una strada forestale ci riporta all'auto.
Scendiamo al Cerkniško Jezero e risaliamo verso lo Javorniki, vorremo salire in cima, ma la presenza di alcune persone ci fa cambiare idea così ritorniamo alla Jurjeva dolina dove decidiamo di percorrere a piedi una forestale chiusa al traffico e che ci porta sul dosso di Zagorina.
La sera ci vede ancora nella radura magica di Preval.
Caprioli sloveni
Passatempi sloveni
Il 19 ci dirigiamo a nord, su suggerimento di Miha vogliamo vedere l'Iska, uno dei rari corsi d'acqua carsici che corre in superficie e attraversa forre selvagge.
Attraversiamo la Bloška Planota e parcheggiamo a Škrabe. Risaliamo il torrente saltando di riva in riva, l'ambiente è magnifico, non c'è nessuno, facciamo qualche chilometro e ci troviamo davanti a una casetta stile Norvegese e ad un'altra forestale. Ritorniamo sui nostri passi e in auto facciamo tutto il giro fino alla Rutarska Planota.
Ritorniamo poi a casa attraversando la Slivnica.
La sera consueto giro faunistico in quel dei Martincev laz.
Risalendo l'Iska
Il 20 con Miha decidiamo di esplorare una nuova zona dello Sneznik che sulla cartina c'ispira. Giunti sul luogo invece constatiamo che il posto fa schifo, ci sono orrende e cupe doline ricoperte da contorte e fitte faggete. Risaliamo in auto e ci dirigiamo alla Trnovska Baijta dove facciamo una breve escursione e poi andiamo a pranzare a Mašun. La sera andiamo a fare una passeggiata nelle vaste radure dell'altra Mašun.
La piana di Babno Polje
Il 21 è la volta delle grotte di Postumia, bhe che dire? Stupende! Facciamo la classica visita guidata in questa meraviglia della natura. Poi andiamo al Castello di Predjama e visitiamo anche le omonime grotte popolate da numerosi pipistrelli. Stupendo.
La sera ci spostiamo a Gorenje Otave dove dobbiamo incontrarci con un cacciatore locale (il sosia di Grbic!) per un appostamento in altana.
Per giorni sono stata combattuta se farlo o no: pagare dei cacciatori per vedere (forse) un orso al quale spareranno sicuramente fra pochi mesi non mi andava per niente, ma l'esperienza in altana mi mancava quindi alla fine - seppur a malincuore - ho optato per il sì.
Ci troviamo con Grbic alle 18 e spiegandoci a gesti giungiamo al posto, bhe la location è terribile, fotograficamente parlando è una schifezza, un boschetto con una depressione marrone grigiastra piena zeppa di prugne, mele e mais.
Entriamo nel capanno e attendiamo. Fa un caldo pazzesco e le zanzare ci tormentano, per un po' lasciamo aperta la porta, poi la chiudiamo.
E' un festival di gazze e scoiattoli, poi ad un certo punto spariscono ed è silenzio.
Ore 18.40. Sotto di noi, vicino alla porta, sentiamo uno sbuffo. E' lui!
Lo sento vicino, sta annusando la scala, vorrei uscire con la testa dalla finestrella, ma mi trattengo. Altri rumori, ed eccolo uscire da sotto di noi. Scende lentamente verso la buca dove starà quasi un'ora e mezza a mangiare, girare massi ecc.
Poco prima delle 20.00, quando ormai la luce è quasi sparita, l'orso comincia a innervosirsi, si guarda intorno, gironzola inquieto, poi sentiamo un casino nel bosco, rugli ed ecco un altro orso, molto più scuro: il grigio si da alla fuga.
Ore 20.15, dobbiamo scendere dal capanno e raggiungere la strada a piedi e l'orso non da segni di volersene andare, gli puntiamo la torcia in faccia, ma niente, quindi a malincuore sono costretta a gridargli contro "via!!!" (mai e poi mai avrei pensato di scacciare un orso!) e questo si da a una fuga precipitosa, così noi ce ne possiamo tornare all'auto soddisfatti dei nostri avvistamenti.
In cuor mio spero tanto che questi orsi se la cavino.
Postumia
Predjama
Orso dall'altana
Il 22 agosto espatriamo in Croazia, vogliamo ritornare a esplorare il Parco del Risnjak. A Gerovo imbocchiamo la lunga strada forestale che ci porta ai prati di Lazac, risaliamo ancora e parcheggiamo l'auto nei pressi di Cajtuge dove inizia il sentiero per lo Snježnik croato. Attraversiamo le "solite" faggete, poi superiamo una fitta fascia di mughete e attacchiamo la cresta rocciosa che porta la cima. Alle nostre spalle fa capolino la cima dello Risnjak. Giungiamo sui 1505 metri del Nevoso, fortunatamente il caldo è attutito dal vento. Purtroppo c'è foschia e qua e là si vedono i fumi degli incendi che, in quest'estate rovente e siccitosa, stanno devastando la Croazia. Ritorniamo poi all'auto dalla via dell'andata.
Per il rientro decidiamo di fare una puntata verso i bei paesi di Stari Kot e Novi Kot (nb. sui giornali locali era apparsa la notizia che nei pressi di questi paese erano stati avvistati 13 orsi..), passando prima per la Dragarska dolina.. qui d'istinto imbocchiamo una forestale sconosciuta e in cosa incappiamo???
In mamma orsa e cucciolone che ci attraversano la strada come un lampo.
"Che fortunati!" ci dice Miha.. non sapendo che il bello doveva ancora venire!
Snjeznik - Croazia
Il 23 sveglia alle 5, ci siamo messi d'accordo con Miha per un giro all'alba, ci dirigiamo verso il solito Racna Gora. La forestale è piena zeppa di fatte fresche.
Come al solito avvistiamo numerosi caprioli.
Quand'ecco che alle 6.04, tra il fitto bosco che stiamo attraversando in auto, Claudio esclama "orsi!", mi giro e vedo l'ombra di mamma orsa con un cucciolo, i cuccioli in realtà sono due, ma io ne vedo solo uno.
Risaliamo verso le radure di Preval dove parcheggiamo l'auto per sbinocolare.
Sono totalmente rapita da una scena da National Geographic, ovvero una poiana che sta rincorrendo una volpe, quando Miha grida "orso" e comincia a correre, Claudio grida "orso in fondo al prato" e via anche lui, io non vedo una mazza, corro pure io, ma è troppo tardi e l'orso è già sparito.
E così mi sono persa la scena epica di questo orso che con le nebbie attraversava il prato... esattamente nello stesso punto dove un anno fa ho avvistato "il fantasma".. che rabbia!
Stiamo lì un poco e poi ritorniamo all'auto, facciamo forse 100 metri e in lontananza sulla strada notiamo un "sederone", altro orso, giovane, che comincia a correre all'impazzata, sparito in men che non si dica.
Ritorniamo a "casa" e decidiamo di passare la giornata a oziare nel bel giardino di Miha, la sera facciamo un piccolo giro con sbinocolata.
Nebbie mattutine
Ultimo giorno in terra slovena. Anche quest'oggi la sveglia è puntata alle 5 e via per l'ennesima ronda del Racna Gora. Il bosco è ancora ammantato dall'oscurità quando i fari dell'auto illuminano un orso, che si butta nel bosco. Miha ci dice di accelerare e più avanti di curvare in una strada laterale, arriviamo così in un prato, e l'orso di prima è lì in mezzo, ci guarda e poi fugge via verso un'altana.
Proseguiamo il giro e andiamo nel nostro solito amato Preval, sento salire la nostalgia.
Questo posto ha un che di magico, sembrerebbe una semplice radura in mezzo ai boschi, ma non è solo questo, c'è qualcosa di più.
Ritorniamo in auto e ad un bivio che ci avrebbe portato a casa più velocemente dico a Claudio di svoltare, stiamo parlando del più e del meno, quando Claudio esclama "mamma orsa".
Ci voltiamo e a bordo strada c'è una grossa orsa con due cuccioli grassocci, ci fermiamo e apriamo i finestrini, un'ondata di puzzo ci travolge.
L'orsa, con il suo testone, ci squadra e poi si gira e trotta via preceduta da uno dei cuccioli. L'altro cucciolo è curioso, ci guarda, si alza in piedi, ha una bella panciotta e comincia a indietreggiare in questa posizione.
Poi se ne va.
E con negli occhi questa dolce immagine si conclude questa lunga vacanza slovena.
Sweet home
Paesino sloveno
Per quelli che non possono fare a meno della montagna... per quelli che aspettano la neve... per quelli che seguono l'ombra dell'orso...
venerdì 31 agosto 2012
sabato 11 agosto 2012
11/08/2012 Respirando l'aria dei Tremila: Cima Nera (Cevedale)
Dopo tempo immemore ecco finalmente un sabato con tempo stabile e sereno, decidiamo così di avventurarci su un facile Tremila: cima Nera, nel gruppo del Cevedale.
Risalita la val di Pejo, imbocchiamo la lunga strada che porta fino alla centrale elettrica di Malga Mare (2000 m ca) dove lasciamo l'auto.
La temperatura non scherza: sono 5° e tira un vento fastidioso.. i guanti ci stanno giusto bene!
Imbocchiamo il sentiero 102 e raggiungiamo a malga Mare (2031 m). Risaliamo poi un costone boscoso fino a un pianoro dove facciamo una piccola sosta al cospetto del maestoso Vioz.
Saliamo ancora e sbuchiamo nel Pian Venezia, un ampio vallone di origine glaciale coronato da alcune vedrette che, ora come ora, sono messe davvero male. La mia attenzione è attirata dagli arabeschi che creano i rivoli del Noce Nero e dal Noce Bianco: il primo nasce dalle acque limacciose del ghiacciaio, mentre il secondo da una sorgente.
Dopo un lungo traverso giungiamo al Rifugio Larcher (2608 m).
Da questo prendiamo verso est lungo il sentiero 104 e rimontiamo fino alla conca del Lago delle Marmotte (2705 m). La nostra cima si rispecchia nelle sue acque, il sentiero per giungervi non è segnalato, ma la traccia è ben visibile.
Costeggiamo il lago e saliamo a zig zag su sfasciumi e detriti lungo la dorsale sud-est. Poco sotto la cima c'imbattiamo in resti di trincee e baraccamenti militari della Grande Guerra.
Dai 3037 metri della cima facciamo una gran scorpacciata di ardite vette e fulgidi ghiacciai: dal Vioz al Palon de La Mare, dal Monte Rosole al Cevedale e sopra la forcella Forcola fa capolino la severa piramide del Gran Zebrù, il tutto su uno sfondo color indaco. A sud invece le Dolomiti di Brenta e la Presenella sono incappucciate da plumbee nubi.
Dopo le foto di rito ridiscendiamo e ci accampiamo per il pranzo lungo le rive del lago delle Marmotte.
Una verde prateria puntellata da candidi eriofori, la superficie increspata del cristallino specchio d'acqua e i ghiacci del Cevedale fanno da idilliaca cornice al nostro frugale pasto.
Il vento però non ci da pace e quindi, a malincuore, ci rimettiamo in marcia seguendo il sentiero 123, quello che fa il rinomato giro dei laghi.
Sotto di noi si dispiega il bellissimo Lago Lungo e in breve costeggiamo il Lago Nero. Superato quest'ultimo ci troviamo dinnanzi alle verdi acque del Careser.
Percorriamo le mura della diga e nei pressi della centrale idroelettrica facciamo un'ultima breve sosta.
Scendiamo poi a rotto di collo lungo il sentiero 123 che ci riporta all'auto.
Come inizio ferie.. non c'è male!
Ps: aihmè mi sono accorta dopo che le foto sono pesantemente sottoesposte e "fredde".. ma non ho voglia di rielaborarle:P
Risalita la val di Pejo, imbocchiamo la lunga strada che porta fino alla centrale elettrica di Malga Mare (2000 m ca) dove lasciamo l'auto.
La temperatura non scherza: sono 5° e tira un vento fastidioso.. i guanti ci stanno giusto bene!
Imbocchiamo il sentiero 102 e raggiungiamo a malga Mare (2031 m). Risaliamo poi un costone boscoso fino a un pianoro dove facciamo una piccola sosta al cospetto del maestoso Vioz.
Saliamo ancora e sbuchiamo nel Pian Venezia, un ampio vallone di origine glaciale coronato da alcune vedrette che, ora come ora, sono messe davvero male. La mia attenzione è attirata dagli arabeschi che creano i rivoli del Noce Nero e dal Noce Bianco: il primo nasce dalle acque limacciose del ghiacciaio, mentre il secondo da una sorgente.
Dopo un lungo traverso giungiamo al Rifugio Larcher (2608 m).
Da questo prendiamo verso est lungo il sentiero 104 e rimontiamo fino alla conca del Lago delle Marmotte (2705 m). La nostra cima si rispecchia nelle sue acque, il sentiero per giungervi non è segnalato, ma la traccia è ben visibile.
Costeggiamo il lago e saliamo a zig zag su sfasciumi e detriti lungo la dorsale sud-est. Poco sotto la cima c'imbattiamo in resti di trincee e baraccamenti militari della Grande Guerra.
Dai 3037 metri della cima facciamo una gran scorpacciata di ardite vette e fulgidi ghiacciai: dal Vioz al Palon de La Mare, dal Monte Rosole al Cevedale e sopra la forcella Forcola fa capolino la severa piramide del Gran Zebrù, il tutto su uno sfondo color indaco. A sud invece le Dolomiti di Brenta e la Presenella sono incappucciate da plumbee nubi.
Dopo le foto di rito ridiscendiamo e ci accampiamo per il pranzo lungo le rive del lago delle Marmotte.
Una verde prateria puntellata da candidi eriofori, la superficie increspata del cristallino specchio d'acqua e i ghiacci del Cevedale fanno da idilliaca cornice al nostro frugale pasto.
Il vento però non ci da pace e quindi, a malincuore, ci rimettiamo in marcia seguendo il sentiero 123, quello che fa il rinomato giro dei laghi.
Sotto di noi si dispiega il bellissimo Lago Lungo e in breve costeggiamo il Lago Nero. Superato quest'ultimo ci troviamo dinnanzi alle verdi acque del Careser.
Percorriamo le mura della diga e nei pressi della centrale idroelettrica facciamo un'ultima breve sosta.
Scendiamo poi a rotto di collo lungo il sentiero 123 che ci riporta all'auto.
Come inizio ferie.. non c'è male!
Ps: aihmè mi sono accorta dopo che le foto sono pesantemente sottoesposte e "fredde".. ma non ho voglia di rielaborarle:P
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