Dopo tempo immemore ecco finalmente un sabato con tempo stabile e sereno, decidiamo così di avventurarci su un facile Tremila: cima Nera, nel gruppo del Cevedale.
Risalita la val di Pejo, imbocchiamo la lunga strada che porta fino alla centrale elettrica di Malga Mare (2000 m ca) dove lasciamo l'auto.
La temperatura non scherza: sono 5° e tira un vento fastidioso.. i guanti ci stanno giusto bene!
Imbocchiamo il sentiero 102 e raggiungiamo a malga Mare (2031 m). Risaliamo poi un costone boscoso fino a un pianoro dove facciamo una piccola sosta al cospetto del maestoso Vioz.
Saliamo ancora e sbuchiamo nel Pian Venezia, un ampio vallone di origine glaciale coronato da alcune vedrette che, ora come ora, sono messe davvero male. La mia attenzione è attirata dagli arabeschi che creano i rivoli del Noce Nero e dal Noce Bianco: il primo nasce dalle acque limacciose del ghiacciaio, mentre il secondo da una sorgente.
Dopo un lungo traverso giungiamo al Rifugio Larcher (2608 m).
Da questo prendiamo verso est lungo il sentiero 104 e rimontiamo fino alla conca del Lago delle Marmotte (2705 m). La nostra cima si rispecchia nelle sue acque, il sentiero per giungervi non è segnalato, ma la traccia è ben visibile.
Costeggiamo il lago e saliamo a zig zag su sfasciumi e detriti lungo la dorsale sud-est. Poco sotto la cima c'imbattiamo in resti di trincee e baraccamenti militari della Grande Guerra.
Dai 3037 metri della cima facciamo una gran scorpacciata di ardite vette e fulgidi ghiacciai: dal Vioz al Palon de La Mare, dal Monte Rosole al Cevedale e sopra la forcella Forcola fa capolino la severa piramide del Gran Zebrù, il tutto su uno sfondo color indaco. A sud invece le Dolomiti di Brenta e la Presenella sono incappucciate da plumbee nubi.
Dopo le foto di rito ridiscendiamo e ci accampiamo per il pranzo lungo le rive del lago delle Marmotte.
Una verde prateria puntellata da candidi eriofori, la superficie increspata del cristallino specchio d'acqua e i ghiacci del Cevedale fanno da idilliaca cornice al nostro frugale pasto.
Il vento però non ci da pace e quindi, a malincuore, ci rimettiamo in marcia seguendo il sentiero 123, quello che fa il rinomato giro dei laghi.
Sotto di noi si dispiega il bellissimo Lago Lungo e in breve costeggiamo il Lago Nero. Superato quest'ultimo ci troviamo dinnanzi alle verdi acque del Careser.
Percorriamo le mura della diga e nei pressi della centrale idroelettrica facciamo un'ultima breve sosta.
Scendiamo poi a rotto di collo lungo il sentiero 123 che ci riporta all'auto.
Come inizio ferie.. non c'è male!
Ps: aihmè mi sono accorta dopo che le foto sono pesantemente sottoesposte e "fredde".. ma non ho voglia di rielaborarle:P
Gli eriofori!!! L'anno scorso ero in quella zona... bellissimi posti. Probabilmente l'anno prossimo ci tornerò. Devo esplorare la zona intorno al rif. larcher... è troppo ricca di cose belle da vedere!!
RispondiEliminaChe foto straordinarie, e che coppietta marmottosa!! :)
RispondiEliminaValdanar
toh! chi spunta dalle tenebre? l'oscuro canajs dell'est!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :D
RispondiElimina\m/ \m/
RispondiEliminaSapevo che dovevo rispondere presente...rammarico.
RispondiElimina...Una verde prateria puntellata da candidi eriofori...che spettacolo!
RispondiEliminaCiao!