Dobbiamo assolutamente fuggire dall'afa planiziale così via verso la Valsugana, questa volta è con noi l'amica Elisa.
A Roncegno imbocchiamo la strada che porta al rifugio Serot, sotto le cime del Gronlait e dell'Hoabonti.
Parcheggiamo l'auto nei pressi di malga Trenca (1669 m) e imbocchiamo il sentiero 323. Siamo circondati da un rado lariceto e da distese di mirtilli e rododendri. Fa un caldo boia!
Alla nostra sinistra si staglia verdissimo su di un cielo azzurro il Monte Cola, mentre alle nostre spalle su Asiago si stanno addensando cumuli minacciosi. Su cima d'Asta ci sono ancora numerosi nevai.
Giungiamo ai Crozi di Pinello dove la vista si apre sulla val di Cave e la dorsale Mendana - Ciste.
Ora il sentiero s'impenna, ma sui monti del lago di Erdemolo troneggiano nubi sempre più minacciose. Giungiamo a poco dai laghi, ma è meglio ritornare indietro, non sono nelle condizioni di poter correre in caso di temporale.
Ritorniamo ai Crozi di Pinello e pranziamo qui, in caso di maltempo possiamo ripararci in un piccolo capanno di caccia.
Finito di mangiare scendiamo un po' a casaccio, un po' lungo un sentiero, a malga Casapinello (1706 m) dove imbocchiamo l'ippovia del Lagorai che lambendo il quasi prosciugato lago delle Carezze si ricongiunge al sentiero 323 e all'auto.
La giornata finisce al rifugio Serot con una birra grande (miga tant!), radler, succo e treccia mochena.
Per quelli che non possono fare a meno della montagna... per quelli che aspettano la neve... per quelli che seguono l'ombra dell'orso...
martedì 30 luglio 2013
venerdì 26 luglio 2013
20/07/2013 Evitando la pioggia - miga tant - al Rifugio Tonini (Lagorai)
E' tempo di far assaporare al futuro erede un po' di Lagorai. Così con Flavio ci dirigiamo al passo del Redebus, lo valichiamo e risaliamo lungo la strada che porta alla malga Stramaiolo.
Parcheggiamo nei pressi del bivio per malga Pontara e c'incamminiamo verso malga Stramaiolo (1678 m).
Il cielo verso ovest è terso, mentre sul Ruioch cominciano ad apparire le tipiche nuvole "lagoraiane": brutto presagio!
Imbocchiamo il sentiero 443 e giungiamo al passo del Campivel (1831 m): odor de Lagorai! Lungo il sentiero siamo circondati da rododendri in fiore e verdi larici.
Eccoci al rifugio Tonini (1900 m), lo oltrepassiamo e andiamo a mangiare nel pianoro soprastante con vista sui miei masi di Grumes.
Ritorniamo al rifugio per gustarci un dolce, ma il cielo si fa sempre più minaccioso così mangiamo velocemente e c'incamminiamo.
Giungiamo a malga Stramaiolo di Dentro (1737 m) e cominciano a cadere i primi grossi goccioloni, poi inizia a diluviare a più non posso così facciamo gli ultimi metri di corsa.
Il Lagorai non si smentisce mai!
giovedì 25 luglio 2013
07/07/2013 Sotto ardite pareti in Vallunga (Val Gardena)
Oggi decidiamo di fare una comoda camminata nel Parco Naturale Puez-Odle, precisamente nell'amena Vallunga, una laterale della val Gardena, valle che percorsi nel 2003 per salire al Piz Duleda e che m'era rimasta in mente per la sua particolare bellezza.
Lasciamo l'auto nel parcheggio a pagamento all'imbocco della valle e percorriamo la comoda strada di fondovalle. Superiamo la chiesa di San Silvestro (1632 m) e siamo ammaliati dalle superbe pareti verticali che racchiudono ai lati la valle.
La nostra attenzione è catturata dalla processione di gente che risale l'aerea via ferrata Sandro Pertini.
Proseguiamo fino alla testata della valle dove ci fermiamo a mangiare un panino sulle rive di un torrentello.
Scacciati da dei vitelli invadenti, ritorniamo a valle percorrendo a tratti un sentiero alternativo rispetto a quello di andata.
Lasciamo l'auto nel parcheggio a pagamento all'imbocco della valle e percorriamo la comoda strada di fondovalle. Superiamo la chiesa di San Silvestro (1632 m) e siamo ammaliati dalle superbe pareti verticali che racchiudono ai lati la valle.
La nostra attenzione è catturata dalla processione di gente che risale l'aerea via ferrata Sandro Pertini.
Proseguiamo fino alla testata della valle dove ci fermiamo a mangiare un panino sulle rive di un torrentello.
Scacciati da dei vitelli invadenti, ritorniamo a valle percorrendo a tratti un sentiero alternativo rispetto a quello di andata.
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