venerdì 26 novembre 2010

Prima neve della stagione

Lo ammetto, ho dormito pocoi stanotte. L'attesa era tutta per la neve, le tapparelle lasciate un pò alte per controllare di tanto in tanto il lampione. Penso che mi sarò svegliato quattro o cinque volte, ma sapevo che l'ora x per cominciare a controllare fuori sarebbe stata quasi l'alba. Alle 6 primo controllo.... negativo. Secondo controllo verso le 6.40.... esito positivo! Fiocchi sparuti al lampione e dentro di me la gioia di un bambino. Attendo le 7 per svegliarmi. La sveglia suona. Mi fiondo alla finestra. Ancora fiocchi.

La giornata continuerà con una nevicata che definirla tale è un insulto alla neve visto l'accumulo praticamente nullo, ma quest'aria di attesa e speranza per la neve mi mancava da parecchi mesi!

Benvenuto inverno.

26/11/2010 Ciaspolata glaciale a malga Dagnola (Brenta)

E' arrivata la neve e con essa il freddo.
Parcheggiamo al centro sportivo di Andalo (1050 m) e il termometro dell'auto segna senza alcun tentennamento -11°. Bel modo d'iniziare la stagione delle ciaspole.
Scendo dall'auto, l'imponente versante settentrionale della Paganella copre il sole e mi ghiaccio all'istante; "odio" (si fa per dire eh...) l'inverno perchè prima di iniziare a camminare bisogna penare tra scarponi, ghette, mani gelate, ciaspole, pile su pile, guanti e tutta la baracca.
Max e Claudio calzano subito le ciaspole e cominciano a risalire i prati verso il maso Pegorar, io son troppo intirizzita, e con le ciaspole ancora in mano, faccio il giro lungo e arrivo al maso percorrendo la strada.
Finalmente siamo al sole, grazie a un minimo di tepore posso calzare tranquillamente le ciaspole e comincio a togliermi di dosso un pò di strati di vestiario.
Dopodichè entriamo nel bosco di faggi, sul sentiero non è ancora passato nessuno.
I suoni sono ovattati, le neve è ancora attaccata ai rami. Sotto questa neve, non molto lontano da noi, fratello orso sta iniziando il lungo sonno.
Risaliamo per il ripido sentiero poi prendiamo la strada forestale; di tanto in tanto s'apre uno scorcio verso la sella del Montoz e il Monte Corona.. sono ricoperti da una spessa coltre di neve.
Giungiamo a malga Dagnola Bassa (1542 m), l'alpeggio è silente e ammantato di neve, l'unica nota stonata è una jeep che nonostante la neve è riuscita a giungere fin qui.
Ai caldi raggi del sole pranziamo e ci rilassiamo. Mi perdo a inseguire con la mente le mille tracce di animali che solcano la neve.
Finito di mangiare ritorniamo a valle, a parte una piccola deviazione ursina, dallo stesso percorso dell'andata.
Benvenuto inverno!

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Verso Cima Borcola
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I pascoli della Dagnola
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Monte Corona
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Sentieri innevati
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Malga Dagnola
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VIVA CANGACEIRO

A distanza di 11 anni rieccomi a un concerto dei mitici Litfiba, il gruppo che mi ha aperto la mente verso le sonorità rock.

Unico rammarico non mi hanno fatto "Eroi nel Vento", ma in compenso hanno suonato molti pezzi storici da Paname a Louisiana, da Gioconda a Cangaceiro.

Mitico Piero!!!

ps: ho ancora mal alla gola e alla cervicale (se vede che son deventada vecia :P)


sabato 13 novembre 2010

13/11/2010 Con le nebbie sul Monte Prada (Brenta Meridionale)

E' arrivata la neve così con Claudio e Max si decide di andare a cercare piste d'orso. Fra le mete papabili scegliamo il Monte Prada, nel Brenta meridionale.
Parcheggiamo nei pressi del rifugio Alpenrose (1040 m) e c'incamminiamo lungo la strada forestale che sale ripida per il bosco, l'aria è greve e uggiosa.
A un bivio prendiamo il nuovo sentiero “Prada – Veson” che si alza gradatamente verso Prada. Su un albero troviamo peli sospetti così ci dividiamo e io comincio a vagare fra cespugli e alberi, così vagando mi ritrovo spesso in mezzo a piccole radure incantevoli; ogni tanto si apre qualche scorcio sul Gazza.
Ci ricompattiamo e giungiamo assieme ai Piani di Foschera; sopra di noi estese praterie ingiallite puntellate qua e là da qualche lingua di neve. Con il binocolo noto un movimento vicino a un peccio: è un camoscio che avanza lentamente per poi sparisce dietro il crinale.
Se ne va il camoscio e giungono strisciando nubi basse e nebbie.
Facciamo una pausa in località Prada (1541 m), ma l'umidità ci spinge ben presto a rimetterci in marcia lungo il sentiero 345.
Dietro a una curva s'ode un rumore, un secondo di suspense, ma è solo un frullo di ali di qualche tetraonide, sulla neve infatti troviamo le sue orme.
Il miracolo sta per compiersi: buchiamo lo strato di nubi ed eccoci sospesi sul mare.
Cerchiamo un posto più o meno asciutto (utopia!) e pranziamo ammirando l'isola del Palon e delle Tre Cime emergere da un bianco candore.
Sopra i Piani di Foschera volteggia una poiana. Sulle creste alle nostre spalle un branco di 6-7 camosci sfida la gravità, mentre uno solitario corre a rotto di collo giù per un ghiaione.
Un abbaio di capriolo giunge fino a noi dal bosco sottostante.
Dopo questa lunga pausa zaino in spalla e cominciamo a scendere; ignoriamo il bivio per la forcella del Bregain e proseguiamo lungo la mulattiera che porta all'Alpenrose. A bordo strada troviamo anche una pista sospetta.
Grazie alla pendenza di questo sentiero giungiamo ben presto al parcheggio, ancora una volta con il pensiero che anche per quest'anno l'orso ci è “sfuggito”...

Praterie
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Profili
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Nebbie striscianti
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sabato 6 novembre 2010

06/11/2010 Sopra il mare di nubi sul Monte Misone (Passo Ballino)

Ci troviamo allo Zuffo io, Claudio, Elisa e Max e partiamo alla volta del Bleggio. Varchiamo, nella nebbia più totale, il Passo del Ballino, poi risaliamo verso l'ameno paesino di Villa del Monte e da qui in breve ci troviamo al parcheggio del rifugio San Pietro (930 m).
Degli squarci fra le nebbie ci fanno intuire che sopra di esse il cielo è sereno.
C'incamminiamo su strada sterrata in direzione nord, a 966 metri prendiamo a sinistra il sentiero 412.
Prima percorriamo una sconnessa forestale poi imbocchiamo un ripido sentiero che sale per rada vegetazione. Buchiamo ben presto lo strato di nebbie e giungiamo alla Selletta del Castiol (1350 m) che s'affaccia sulla valle del lago di Tenno. Dal mare di nubi emergono le aspre alpi di Ledro.
Siamo sul versante occidentale del Misone, dapprima attraversiamo un bosco di faggi, poi un bosco di dorate betulle e fiammeggianti larici. Il sentiero gira ancora e nei pressi di Malga Tenno (1573 m) la vista s'apre su Carè Alto, Presanella e Brenta; qui troviamo anche i primi residui delle recenti nevicate.
Facciamo una breve pausa alla malga e poi saliamo per sentiero ben tracciato tra cespugli e radure, nel lato ombroso fa abbastanza freddo, ma ritorniamo ben presto ai fin troppo caldi raggi del sole.
Altri nuovi scorci ci allietano il cuore, sotto di noi si estende la val Lomasone e dietro la dorsale Casale-Brento. Ben presto eccoci sui 1803 m della cima del Monte Misone. Nanana naaa.
Il lago di Garda giace sotto il mare di nubi, emergono solo l'Altissimo e tutta la catena del Baldo. Sembra di essere ritornati ai tempi delle glaciazioni quando esistevano solo queste “isole”.
Ci godiamo la cima per quasi un'ora, poi scendiamo per lo stesso sentiero dell'andata.
Durante una pausa vicino a malga Tenno noto un movimento sul crinale, binocolo, ed ecco due bei caprioli. Riprendiamo il cammino verso la selletta del Castiol e da qui, facendo attenzione a non distruggerci le caviglie, scendiamo cautamente.
La nebbia torna strisciando nella valle di San Pietro, il tempo di scattare qualche foto a una pecceta puntellata da fiammanti larici e tutto ritorna come la mattina, umido e coperto.
Giungiamo all'auto tra le nebbie ma con la consapevolezze che oltre l'oscurità il sole splende ancora.. e ciò succede qui come in tutte le cose della vita!

Infiniti monti
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Nebbie
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Autunno sulle alpi di Ledro
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Foto di gruppo con il Brenta sullo sfondo
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venerdì 5 novembre 2010

E questi sono anche un pò nostri :)






Eccoli qua.. mamma con tre cuccioloni... direttamente dalla fototrappola dell'amico Max :)