sabato 17 novembre 2012

17/11/2012 Per vecchi sentieri a Faedolo (Brenta)

Eccomi con Max in quel di Iron, villaggio da poco nominato"Meraviglia italiana" dal Forum Nazionale dei Giovani.
La giornata è spettacolare, non c'è una nuvola in cielo e i miei occhi indugiano più volte lungo i crinali dei monti ipnotizzati dai caldi colori autunnali.
Calzati gli scarponi c'inerpichiamo lungo le vecchie vie del borgo e percorriamo antichi tratturi; dalla valle riecheggia il suono delle motoseghe, la gente sta preparando le riserve di legna per l'inverno imminente.
Con strani odori nell'aria ("Quando sei in dubbio, segui il tuo naso" diceva Gandalf.. ma io non l'ho ascoltato..) giungiamo al Bait Dos Zindole dove ci concediamo un infuso caldo.
Riprendiamo il cammino e approdiamo al passo Faedolo. Qui imbocchiamo un sentierino e giungiamo su una piccola radura dove ci fermiamo a pranzare al sole.
Seduta sul prato osservo l'andirivieni di un pettirosso che pacifico fa la spola da un albero all'altro, non ci considera minimamente.
"La natura è un posto che allude a un'assenza di noi" ha scritto Erri De Luca e ha ragione.
Ci addentriamo poi lungo una traccia di sentiero che però ci porta fuori strada, così sotto il fischio minaccioso di un grosso camoscio ritorniamo al prato dove imbocchiamo la giusta via.
Giungiamo ad un capanno di caccia dove ci fermiamo a sbinocolare, poi scendiamo verso un altro dove incrociamo alcuni cacciatori.
Qui sbagliamo sentiero, ma ben presto intercettiamo quello giusto. Siamo sulle pendici settentrionali dell'Iron e bisogna prestare un po' di attenzione perché c'è il fondo ghiacciato.
Dopo qualche deviazione finalmente giungiamo sulla strada forestale.
Nei pressi di un sentiero mi fermo a sbinocolare le dorate praterie del Castello dei Camosci: noto alcuni mufloni e un grosso camoscio.
Il sole s'è coricato oltre il monte e la temperatura è crollata.
E' giunta l'ora di rincasare.

Photobucket

Photobucket

Photobucket

Photobucket

Photobucket

Photobucket


2 commenti: