Dopo aver passato la notte a Grumes, con Max e Flavio partiamo alla volta della val di Fassa. Risalita brevemente la val San Nicolò lasciamo l'auto a Malga Crocefisso (1522 m). C'è già un fastidioso via vai di auto manco fossimo in pieno centro città.
Il tempo è crudo e il cielo nuvoloso, in quota e non solo è caduta la neve.
Imbocchiamo la strada (segnavia 603) che risale la valle dei Monzoni, questa a tratti è qualcosa di immondo e qua e là ci sono delle brutture non da poco. Salvano l'ascesa le deviazioni che compiamo per vedere la forra creata dal Rio di Munciogn.
Superiamo prima la baita Monzoni (1792 m) poi la malga Monzoni (1862 m) e saliamo poco sopra; l'erba è coperta da una sottile spolverata di neve fresca, la testata della valle si para dinnanzi a noi bella e selvaggia, niente a che vedere con le brutture viste finora.
Fa freddo così decidiamo di far tappa nell'accogliente malga per un pasto caldo.
Finito di pranzare c'incamminiamo. Puntualmente inizia a piovere, debolmente ma fastidiosamente. Poco sotto la Baita Monzoni, pur di evitare l'orribile forestale percorsa all'andata, imbocchiamo un sentiero alternativo che piega a est .. ed è tutta un'altra storia!
Così, immersi nella pace e accompagnati dal suono della pioggia, facciamo ritorno all'auto.
Per quelli che non possono fare a meno della montagna... per quelli che aspettano la neve... per quelli che seguono l'ombra dell'orso...
sabato 29 giugno 2013
mercoledì 26 giugno 2013
Giugno trascorso all'ombra dell'orso (Brenta)
La voglia di sbinocolare è tanta, così sabato 8 con Max e Claudio decidiamo di salire a Prada.
Lasciamo l'auto nel solito parcheggio sotto il rifugio Alpenrose (1069 m) e risaliamo per un tratto la selciata di Prada per poi imboccare il sentiero Vela - Prada. In poco tempo sbuchiamo sui prati di Froschera, facciamo una tappa al bait del Pelmo e poi decidiamo di salire al belvedere.
Al bivio con il sentiero per il Bregain (1541 m) incontriamo Angelo (già reduce da due avvistamenti ursini), così ci fermiamo a parlare di orsi; nel frattempo giungono tre escursionistici, uno dei quali un noto autore di guide di montagne. Si parla di orsi e il clima non è dei migliori, mentre i suoi due compagni sono disposti ad ascoltare e a informarsi, il succitato tipo inizia uno scontro arrogante e a muso duro, poi però lo si fa ragionare e s'ammorbidisce un poco, finita la querelle il trio se ne va.
Angelo se ne va in baita e ci invita per un caffè, noi decidiamo di mangiare all'aperto poco sopra, ma i nostri piani vanno ben presto in fumo: verso cima Ghez si stanno addensando nuvoloni scuri e udiamo i primi brontolii. Così zaino in spalla raggiungiamo Angelo al caldo della baita dove ci ripareremo dalle intemperie per una buona oretta.
Finita la pioggia ci incamminiamo; poco sopra la baita un bel capriolo maschio fugge via con quattro salti. Scendiamo per la selciata resa molto viscida dalla pioggia e ad un bivio pieghiamo verso un capanno di caccia per sbinocolare un po'. Poi tutti a casa.
***
Sabato 15, sempre in compagnia del buon Max, decidiamo di compiere la traversata Priori - Sporminore. Lasciamo un auto vicino al Bus della Spia e poi ci dirigiamo a Priori dove lasciamo l'altra auto. C'incamminiamo lungo la forestale di Selva Piana e facciamo tappa al punto d'osservazione faunistica verso il Bedolè. Avvistiamo solo camosci travestiti da orso.
Proseguiamo lungo questa strada che non avevo mai percorso, attraversiamo abietete e faggete, regna un senso assoluto di pace e tranquillità. La strada comincia a scendere repentinamente, a circa 840 metri individuiamo la traccia romana e la imbocchiamo. Inizialmente si sale ripidamente e con un tratto attrezzato, poi si prosegue con leggeri sali e scendi.
Nei pressi del Pra del Solac' ci fermiamo per una lunga pausa ristoratrice e poi via verso il parcheggio.
***
Domenica 22 con Claudio saliamo al Monte Peller. Dopo aver percorso la lunghissima strada - non esente da buche - e dopo aver avvistato un picchio rosso minore, parcheggiamo al pra del Termen (ca 1700 m) e c'incamminiamo lungo la forestale. Superiamo il parcheggio del lago Durigal (nei pressi del quale c'è un piccolo nevaio) e imbocchiamo la strada che porta alla malga Tasullo.
I prati attorno a noi sono costellati da miriadi di fiori colorati.
Girato l'angolo la vista ci ammalia: sono salita 2 o 3 volte in questi luoghi, ma sempre con cielo coperto e nuvoloso, ora invece sono ben visibili il lago di Tovel e le cime alla testata della valle; però le nubi non mancano, il pian della Nana giace sotto un pesante cielo lattiginoso.
Proseguiamo oltre e troviamo una pista d'orso lungo la strada. Poco prima di Malga Tasullo (2090 m) un movimento sul Peller attira la mia attenzione.. sono due marmotte che giocano a rincorrersi.
L'idea iniziale era fare il giro del Peller scendendo al lago delle Salare, ma il tempo non ci convince, finiamo appena in tempo di mangiare che comincia a scendere qualche goccia, così ci rimettiamo in cammino sulla stessa via dell'andata.
***
Mercoledì 26 è san Vigilio, santo patrono di Trento ovvero giorno festivo. Con Claudio si decide di salire nuovamente sul Peller, questa volta però dalla strada – che non abbiamo mai percorso - che da Tuenno risale la Val Cialana.
Parcheggiamo a quota 1530 m e imbocchiamo la forestale che porta al Baito dei Conti, nei pressi di questo casolare troviamo un'orma d'orso impressa nel fango. Risaliamo un po' a casaccio verso malga Culmei percorrendo ampi e vasti prati vellutati, da dove poco a poco fa capolino la mole trapezoidale del Peller.
Prendiamo poi la strada a monte e nei pressi di una delle tante baite ci fermiamo a pranzare, vicino a questa troviamo vari massi spostati dall'amico plantigrado.
Finito il pranzo c'incamminiamo lungo la strada fino all'auto. Ridiscendiamo lungo la ripida strada e poi ci fermiamo a circa 1260 m e percorriamo una forestale dove troviamo alcuni grattatoi. Con il binocolo, sulla Montagna di Tassullo, avvistiamo un bel capriolo.
E' presto così risaliamo la val di Tovel e facciamo due passi lungo il lago, al rientro ci fermiamo a sbinocolare nella val de le Glare dove avvistiamo 5-6 camosci sulle pareti sotto il Monte Corno.
“Qui, dove vive ancora, lo spirito del grande orso riempe la terra.
Io prego, nel mio cuore, per il suo futuro.” Dan George, capo pellerossa
Uno scorcio sul val di Tovel
Monte Peller
Vicino a malga Culmei
Sassi spostati :)
Lago di Tovel
Lasciamo l'auto nel solito parcheggio sotto il rifugio Alpenrose (1069 m) e risaliamo per un tratto la selciata di Prada per poi imboccare il sentiero Vela - Prada. In poco tempo sbuchiamo sui prati di Froschera, facciamo una tappa al bait del Pelmo e poi decidiamo di salire al belvedere.
Al bivio con il sentiero per il Bregain (1541 m) incontriamo Angelo (già reduce da due avvistamenti ursini), così ci fermiamo a parlare di orsi; nel frattempo giungono tre escursionistici, uno dei quali un noto autore di guide di montagne. Si parla di orsi e il clima non è dei migliori, mentre i suoi due compagni sono disposti ad ascoltare e a informarsi, il succitato tipo inizia uno scontro arrogante e a muso duro, poi però lo si fa ragionare e s'ammorbidisce un poco, finita la querelle il trio se ne va.
Angelo se ne va in baita e ci invita per un caffè, noi decidiamo di mangiare all'aperto poco sopra, ma i nostri piani vanno ben presto in fumo: verso cima Ghez si stanno addensando nuvoloni scuri e udiamo i primi brontolii. Così zaino in spalla raggiungiamo Angelo al caldo della baita dove ci ripareremo dalle intemperie per una buona oretta.
Finita la pioggia ci incamminiamo; poco sopra la baita un bel capriolo maschio fugge via con quattro salti. Scendiamo per la selciata resa molto viscida dalla pioggia e ad un bivio pieghiamo verso un capanno di caccia per sbinocolare un po'. Poi tutti a casa.
***
Sabato 15, sempre in compagnia del buon Max, decidiamo di compiere la traversata Priori - Sporminore. Lasciamo un auto vicino al Bus della Spia e poi ci dirigiamo a Priori dove lasciamo l'altra auto. C'incamminiamo lungo la forestale di Selva Piana e facciamo tappa al punto d'osservazione faunistica verso il Bedolè. Avvistiamo solo camosci travestiti da orso.
Proseguiamo lungo questa strada che non avevo mai percorso, attraversiamo abietete e faggete, regna un senso assoluto di pace e tranquillità. La strada comincia a scendere repentinamente, a circa 840 metri individuiamo la traccia romana e la imbocchiamo. Inizialmente si sale ripidamente e con un tratto attrezzato, poi si prosegue con leggeri sali e scendi.
Nei pressi del Pra del Solac' ci fermiamo per una lunga pausa ristoratrice e poi via verso il parcheggio.
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Domenica 22 con Claudio saliamo al Monte Peller. Dopo aver percorso la lunghissima strada - non esente da buche - e dopo aver avvistato un picchio rosso minore, parcheggiamo al pra del Termen (ca 1700 m) e c'incamminiamo lungo la forestale. Superiamo il parcheggio del lago Durigal (nei pressi del quale c'è un piccolo nevaio) e imbocchiamo la strada che porta alla malga Tasullo.
I prati attorno a noi sono costellati da miriadi di fiori colorati.
Girato l'angolo la vista ci ammalia: sono salita 2 o 3 volte in questi luoghi, ma sempre con cielo coperto e nuvoloso, ora invece sono ben visibili il lago di Tovel e le cime alla testata della valle; però le nubi non mancano, il pian della Nana giace sotto un pesante cielo lattiginoso.
Proseguiamo oltre e troviamo una pista d'orso lungo la strada. Poco prima di Malga Tasullo (2090 m) un movimento sul Peller attira la mia attenzione.. sono due marmotte che giocano a rincorrersi.
L'idea iniziale era fare il giro del Peller scendendo al lago delle Salare, ma il tempo non ci convince, finiamo appena in tempo di mangiare che comincia a scendere qualche goccia, così ci rimettiamo in cammino sulla stessa via dell'andata.
***
Mercoledì 26 è san Vigilio, santo patrono di Trento ovvero giorno festivo. Con Claudio si decide di salire nuovamente sul Peller, questa volta però dalla strada – che non abbiamo mai percorso - che da Tuenno risale la Val Cialana.
Parcheggiamo a quota 1530 m e imbocchiamo la forestale che porta al Baito dei Conti, nei pressi di questo casolare troviamo un'orma d'orso impressa nel fango. Risaliamo un po' a casaccio verso malga Culmei percorrendo ampi e vasti prati vellutati, da dove poco a poco fa capolino la mole trapezoidale del Peller.
Prendiamo poi la strada a monte e nei pressi di una delle tante baite ci fermiamo a pranzare, vicino a questa troviamo vari massi spostati dall'amico plantigrado.
Finito il pranzo c'incamminiamo lungo la strada fino all'auto. Ridiscendiamo lungo la ripida strada e poi ci fermiamo a circa 1260 m e percorriamo una forestale dove troviamo alcuni grattatoi. Con il binocolo, sulla Montagna di Tassullo, avvistiamo un bel capriolo.
E' presto così risaliamo la val di Tovel e facciamo due passi lungo il lago, al rientro ci fermiamo a sbinocolare nella val de le Glare dove avvistiamo 5-6 camosci sulle pareti sotto il Monte Corno.
“Qui, dove vive ancora, lo spirito del grande orso riempe la terra.
Io prego, nel mio cuore, per il suo futuro.” Dan George, capo pellerossa
Uno scorcio sul val di Tovel
Monte Peller
Vicino a malga Culmei
Sassi spostati :)
Lago di Tovel
lunedì 24 giugno 2013
02/06/2013 Escursione sui sentieri della storia: monte Carone (Alpi di Ledro)
Anche quest'anno è finalmente giunto il tempo della consueta gita storica satina con l'immancabile amico e grande esperto Mauro Zattera.
Questa volta il buon Mauro ci propone il monte Carone, sopra il lago di Garda.
Durante la Grande Guerra il Carone fu trasformato dai comandi italiani in un grande complesso militare con lo scopo di sbarrare la strada ad eventuali sortite nemiche nella zona dell'Alto Garda. L'importanza strategica del luogo si intuisce facilmente dal maestoso panorama che ci fa volare idealmente al di sopra delle acque celesti del Benaco.
Ci troviamo in una ventina di satini a Riva del Garda per poi risalire la suggestiva val di Bondo, sopra Tremosine. Questa valle è stata una sorpresa per me: un cristallino torrente la percorre e ai lati salgono ripide e scoscesi crinali, guarda caso è stata nominata riserva naturale nel 1980.
Risaliamo la valle fino al passo Nota (1305 m) dove lasciamo l'auto.
C'incamminiamo lungo la strada forestale (segnavia 421) e ascoltando i sempre avvincenti racconti di Mauro il tempo scorre veloce. Dopo la bocca dei Fortini, non arrischiandomi a salire la dirupata cima con la "panza che avanza", saluto il gruppo e proseguo in solitaria lungo la strada. Oltrepasso il rifugio baita B.Segala (1250 m) e continuo fino al passo Guil (1209 m), passo che nel 2007 avevo raggiunto da Biacesa con Claudio e Flavio durante la traversata di Cima al Bal e Nara. Il cielo è cupo e tira un vento fastidioso, salgo ai prati Guil e nei pressi di un capanno di caccia mi fermo a mangiare e a leggere catturata dalla distesa blu del Garda, in lontananza si intravede la skyline degli Appennini.
Rientro poi per la medesima strada e presso un punto panoramico mi fermo ad aspettare l'allegra combriccola in discesa dalla cima; poco oltre veniamo ospitati dagli alpini in festa alla baita Segala.
Dopodiché, non prima di una bella bevuta in compagnia di Mauro al rifugio del Passo Nota, rientriamo al parcheggio.
Al prossimo anno!
Baita Rifugio Segala
Uno scorcio sul Garda
Questa volta il buon Mauro ci propone il monte Carone, sopra il lago di Garda.
Durante la Grande Guerra il Carone fu trasformato dai comandi italiani in un grande complesso militare con lo scopo di sbarrare la strada ad eventuali sortite nemiche nella zona dell'Alto Garda. L'importanza strategica del luogo si intuisce facilmente dal maestoso panorama che ci fa volare idealmente al di sopra delle acque celesti del Benaco.
Ci troviamo in una ventina di satini a Riva del Garda per poi risalire la suggestiva val di Bondo, sopra Tremosine. Questa valle è stata una sorpresa per me: un cristallino torrente la percorre e ai lati salgono ripide e scoscesi crinali, guarda caso è stata nominata riserva naturale nel 1980.
Risaliamo la valle fino al passo Nota (1305 m) dove lasciamo l'auto.
C'incamminiamo lungo la strada forestale (segnavia 421) e ascoltando i sempre avvincenti racconti di Mauro il tempo scorre veloce. Dopo la bocca dei Fortini, non arrischiandomi a salire la dirupata cima con la "panza che avanza", saluto il gruppo e proseguo in solitaria lungo la strada. Oltrepasso il rifugio baita B.Segala (1250 m) e continuo fino al passo Guil (1209 m), passo che nel 2007 avevo raggiunto da Biacesa con Claudio e Flavio durante la traversata di Cima al Bal e Nara. Il cielo è cupo e tira un vento fastidioso, salgo ai prati Guil e nei pressi di un capanno di caccia mi fermo a mangiare e a leggere catturata dalla distesa blu del Garda, in lontananza si intravede la skyline degli Appennini.
Rientro poi per la medesima strada e presso un punto panoramico mi fermo ad aspettare l'allegra combriccola in discesa dalla cima; poco oltre veniamo ospitati dagli alpini in festa alla baita Segala.
Dopodiché, non prima di una bella bevuta in compagnia di Mauro al rifugio del Passo Nota, rientriamo al parcheggio.
Al prossimo anno!
Baita Rifugio Segala
Uno scorcio sul Garda
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