Forse questo è il giorno buono.. lo sento nell'aria, lo sento
nella terra (per dirla alla Galadriel).. con Max si è deciso di andare a
far un giro mattiniero a cercare piste d'orso nella neve.
All'ultimo, con clausola di “silenzio e puntualità” e con funzione
di “segretaria” (stra-LOL!), s'unisce a noi anche Linda, che in
principio doveva andare a fare una ciaspolata con Flavio, saltata perchè
purtroppo è stato poco bene.
Partiamo dallo Zuffo, percorriamo la val dei Laghi e risaliamo
verso Stenico sotto un cielo plumbeo e nuvole basse. Parcheggiamo l'auto
in località La Cros (737 m). L'umidità è altissima e ti entra nei
vestiti, ci vestiamo velocemente e c'incamminiamo lungo la mulattiera,
sentiero 346.
Le nebbie s'avvolgono sui faggi, ma c'è qualcosa di diverso, in
alto vediamo il sereno, pochi passi ed eccoci sopra un mare di nubi..
spettacolare!!!!
La piana di Fiavè è sotto un soffice tappeto bianco, oltre sbucano
le cime del Casale, del Brento e delle alpi di Ledro. Siamo senza
parole.. e per noi tre è una cosa inconsueta.
Altri 4 escursionisti ci seguono a distanza.
Scattiamo molte foto estasiati da tale magnificenza poi
proseguiamo in alto. Scivolando non poco sul fondo reso viscido delle
foglie, ora giriamo verso la val d'Algone, il mare di nubi si estende
fino a Tione e l'abitato d'Iron emerge dalle nubi come un'isola.
Nell'aria c'è qualcosa d'elettrizzante.
Superiamo il Baito dei Cacciatori (1371 m) e c'incamminiamo verso
malga Platz (1395 m)... ed eccola.. perpendicolare al sentiero... una
pista d'orso!!!!
Scatta il delirio: è stupenda!!!! definitissima!!! Linda, povera
lei, è travolta da un tornado di esaltazione ritesca e maxesca.. tiriamo
fuori il metro e cominciamo a misurare l'impronta anteriore,
posteriore, il passo.. seguiamo la traccia.. ecco qui l'orso è incerto,
qui si è girato e qui? Ahaha è scivolato o si è lasciato scivolare sulla
neve per fermarsi poco sotto.
Seguiamo la pista fino a un gruppo di faggi, poi, consci del fatto
che le piste bisogna seguirle a ritroso per non disturbare l'orso,
ritorniamo alla malga dove mangiamo qualcosa.
Un aquila vola sopra di noi. Non capisco più nulla.
Cominciamo a seguire a ritroso le impronte, mado' come sono ben
definite, stiamo camminando accanto alla pista, la seguiamo in cerca di
peli o fatte, proviene da un sentiero che s'insinua nella val d'Algone..
le seguiamo ancora per un poco.. poi le ripercorriamo in senso di
marcia.. ritorniamo alla malga e alla faggetta ed eccola la fatta! Max,
con i “ferri del mestiere”, la raccoglie.
Seguiamo la pista, zig e zag nella neve, scivolamenti, ora si
perde in un fitto bosco, seguiamo i passi dell'orso strisciando sotto
arbusti e intricati cespugli, cerchiamo invano peli, Max prosegue un po'
oltre, gli pare di sentire rumore di pietre.
La scelta giusta ora è solo una: quella di proseguire per la nostra strada e lasciare che l'orso prosegua per la sua.
Tagliamo per il bosco e ci immettiamo nel sentiero 347 che porta
in val Laione. La selva è un pullular di rumori, la neve e le foglie
cadono dagli alberi, in suono continuo.
Percorriamo l'esile sentiero prestando molta attenzione, si
scivola e la neve non aiuta, giungiamo infine al Capitel della Spina
(1386 m), dove quest'estate, al ritorno dal Brugnol, abbiamo trovato
altri segni di presenza ursina.
Mentre Linda sommerge Max di parole, io sbinocolo – senza lungo :P
- a destra e manca, nella speranza di vedere sbucare un testone tra gli
alberi.
Pranziamo velocemente, l'umidità non perdona, e scendiamo dalla
ripida mulattiera. Vicino all'auto troviamo un'altra fatta, prontamente
raccolta da Max.
Arriviamo all'auto stra-esaltati e stra-soddisfatti per una gita
che doveva esser per lo più un corto giro di perlustrazione e che si è
rivelata invece un autentico viaggio di scoperta.
Riprendo la frase conclusiva di un report di una recente gita in Brenta:
“Anche oggi abbiamo inseguito l'ombra dell'orso.
Ogni passo ci porta sempre più vicino a lui..e a noi stessi.”
Oggi l'orso ci ha permesso, non solo d'inseguire la sua ombra, ma
di starci dentro e di essere, per brevi momenti, come lui. Grazie!
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