sabato 25 ottobre 2014

Amarcord. 07/11/2009 Inseguendo l'orso sopra un mare di nubi: malga Platz (Brenta meridionale)

Forse questo è il giorno buono.. lo sento nell'aria, lo sento nella terra (per dirla alla Galadriel).. con Max si è deciso di andare a far un giro mattiniero a cercare piste d'orso nella neve.
All'ultimo, con clausola di “silenzio e puntualità” e con funzione di “segretaria” (stra-LOL!), s'unisce a noi anche Linda, che in principio doveva andare a fare una ciaspolata con Flavio, saltata perchè purtroppo è stato poco bene.
Partiamo dallo Zuffo, percorriamo la val dei Laghi e risaliamo verso Stenico sotto un cielo plumbeo e nuvole basse. Parcheggiamo l'auto in località La Cros (737 m). L'umidità è altissima e ti entra nei vestiti, ci vestiamo velocemente e c'incamminiamo lungo la mulattiera, sentiero 346.
Le nebbie s'avvolgono sui faggi, ma c'è qualcosa di diverso, in alto vediamo il sereno, pochi passi ed eccoci sopra un mare di nubi.. spettacolare!!!!
La piana di Fiavè è sotto un soffice tappeto bianco, oltre sbucano le cime del Casale, del Brento e delle alpi di Ledro. Siamo senza parole.. e per noi tre è una cosa inconsueta.
Altri 4 escursionisti ci seguono a distanza.
Scattiamo molte foto estasiati da tale magnificenza poi proseguiamo in alto. Scivolando non poco sul fondo reso viscido delle foglie, ora giriamo verso la val d'Algone, il mare di nubi si estende fino a Tione e l'abitato d'Iron emerge dalle nubi come un'isola.
Nell'aria c'è qualcosa d'elettrizzante.
Superiamo il Baito dei Cacciatori (1371 m) e c'incamminiamo verso malga Platz (1395 m)... ed eccola.. perpendicolare al sentiero... una pista d'orso!!!!
Scatta il delirio: è stupenda!!!! definitissima!!! Linda, povera lei, è travolta da un tornado di esaltazione ritesca e maxesca.. tiriamo fuori il metro e cominciamo a misurare l'impronta anteriore, posteriore, il passo.. seguiamo la traccia.. ecco qui l'orso è incerto, qui si è girato e qui? Ahaha è scivolato o si è lasciato scivolare sulla neve per fermarsi poco sotto.
Seguiamo la pista fino a un gruppo di faggi, poi, consci del fatto che le piste bisogna seguirle a ritroso per non disturbare l'orso, ritorniamo alla malga dove mangiamo qualcosa.
Un aquila vola sopra di noi. Non capisco più nulla.
Cominciamo a seguire a ritroso le impronte, mado' come sono ben definite, stiamo camminando accanto alla pista, la seguiamo in cerca di peli o fatte, proviene da un sentiero che s'insinua nella val d'Algone.. le seguiamo ancora per un poco.. poi le ripercorriamo in senso di marcia.. ritorniamo alla malga e alla faggetta ed eccola la fatta! Max, con i “ferri del mestiere”, la raccoglie.
Seguiamo la pista, zig e zag nella neve, scivolamenti, ora si perde in un fitto bosco, seguiamo i passi dell'orso strisciando sotto arbusti e intricati cespugli, cerchiamo invano peli, Max prosegue un po' oltre, gli pare di sentire rumore di pietre.
La scelta giusta ora è solo una: quella di proseguire per la nostra strada e lasciare che l'orso prosegua per la sua.

Tagliamo per il bosco e ci immettiamo nel sentiero 347 che porta in val Laione. La selva è un pullular di rumori, la neve e le foglie cadono dagli alberi, in suono continuo.
Percorriamo l'esile sentiero prestando molta attenzione, si scivola e la neve non aiuta, giungiamo infine al Capitel della Spina (1386 m), dove quest'estate, al ritorno dal Brugnol, abbiamo trovato altri segni di presenza ursina.
Mentre Linda sommerge Max di parole, io sbinocolo – senza lungo :P - a destra e manca, nella speranza di vedere sbucare un testone tra gli alberi.
Pranziamo velocemente, l'umidità non perdona, e scendiamo dalla ripida mulattiera. Vicino all'auto troviamo un'altra fatta, prontamente raccolta da Max.

Arriviamo all'auto stra-esaltati e stra-soddisfatti per una gita che doveva esser per lo più un corto giro di perlustrazione e che si è rivelata invece un autentico viaggio di scoperta.

Riprendo la frase conclusiva di un report di una recente gita in Brenta:
“Anche oggi abbiamo inseguito l'ombra dell'orso.
Ogni passo ci porta sempre più vicino a lui..e a noi stessi.”

Oggi l'orso ci ha permesso, non solo d'inseguire la sua ombra, ma di starci dentro e di essere, per brevi momenti, come lui. Grazie!


























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