E finalmente anche questo sassolino è stato tolto dalla scarpa.
Con Claudio e Flavio partiamo alla volta di Rio di Pusteria, abbandoniamo la strada provinciale e rimontiamo verso la verde valle di Valles. Superato il paese c'inerpichiamo lungo la stretta strada che supera il Salto del Bove ed eccoci infine al parcheggio (1715 m). Obbiettivo: conquistare il Picco della Croce/Wilde Kreuzspitze, la più alta cima dei monti di Fundres/Pfunderer Berge, vetta che abbiamo tentato di salire nell'agosto del 2009.
Lasciamo l'auto nell'affollato parcheggio e in poco tempo raggiungiamo la Malga Fana/Fanealm (1741 m), da questa proseguiamo lungo la strada che rimonta la stretta e angusta gola scavata dal rio Valserbach. In uno dei canaloni che scendono dalla Rotwand ci sono ancora i resti di una vecchia slavina, ma la situazione è ben diversa dall'ultima volta che siamo stati qui, allora c'erano molti più nevai, ora ne rimane soltanto uno.
Procediamo e, ignorando il bivio per la malga Labes, puntiamo alla testata della valle.
Mentre una grossa marmotta c'osserva da un masso, dai prati dinnanzi a noi fa capolino il rifugio Bressanone/Brixen Hütte (2282 m). Lo oltrepassiamo e poi c'inoltriamo verso la testata della val di Valles. Non c'è nessun'altro.
I pascoli si stanno tingendo dei caldi colori autunnali. Guadiamo un ruscello e poi voltiamo a sinistra dove, per balze erbose, raggiungiamo il margine di un pianoro solcato dalle acque di fusione dell'ormai defunta vedretta che occupa la testata della val della Nebbia/Rauhtal; di fronte a noi si staglia la nostra meta, la Wilde Kreuzspitze, sui lati della radura invece si alzano come denti cime sconosciute e dalle più variegate colorazioni.
Ci fermiamo un po' ad assaporare la pace del luogo, poi attacchiamo la rampa che porta al passo. Avanziamo su sfasciumi instabili, man mano che ci alziamo il panorama s'apre sui ghiacciai del Gran Pilastro/Hochfeiler. Gli ultimi 50 metri dovrebbero essere occupati da un grosso nevaio, c'è perfino il cartello "Attenzione crepacci", ma quello che ci si para dinnanzi è un paesaggio pietoso.. fanghiglia e solo un grosso accumulo di neve coperto da detriti.
Superiamo l'ostacolo e in breve siamo sella del Rauhtaljoch (2808 m) che divide il Picco della Croce e la Cima d'Asta/Blicken spitze.
Il cielo si è coperto di nubi e il Gran Pilastro è scomparso alla vista, si è alzato anche il vento e la temperatura è crollata.
Claudio non sta benissimo e decide di aspettarci al passo, io e Flavio partiamo per la cima, il cartello indica 1 ora, ma in mezz'ora stiamo già abbracciando la croce.
Tempo di scattare qualche foto verso la val di Vizze/Pfitsch e poi ritorniamo al passo e, recuperato Claudio, scendiamo in riva al bellissimo lago Selvaggio/Wildersee (2532 m) per pranzare.
I colori che ci circondano sono meravigliosi: dominano il verde-blu del lago, l'arancio dei pascoli che annuncia l'imminente l'autunno e il blu intenso del cielo.
Finito di pranzare proseguiamo per sentiero 20. Superiamo con facilità l’unico tratto esposto sul valloncello scavato dal Seebach (ci sarebbe anche una fune ma non è affidabile) e per facile sentiero giungiamo nell'ampio alpeggio che occupa la testata della valle, siamo circondati da dolci declivi.
Respiro a pieni polmoni e mi salgono alla mente alcune citazione dalle mie ultime letture, tra cui questa che si sposa con le emozioni che sto vivendo in questo momento.
"Il piccolo e anticonformista Gabbiano Jonathan riesce ad intravedere una nuova via da poter seguire, una via che allontana dalla banalità e dal vuoto del suo precedente stile di vita, e comprende che oltre che del cibo un gabbiano vive della luce e del calore del sole, vive del soffio del vento, delle onde spumeggianti del mare e della freschezza dell'aria." (da "Il gabbiano Jonathan Livingston" di R.Bach)
Lentamente scendiamo fino alla Capanna Pian di Làbes/Labesebenhütte (2145 m) e da qui in breve all'auto.
Val di Valles
Rifugio Bressanone
Dettaglio
Val di Fumo
Ecco che sbuca il Gran Pilastro
Veduta dalla cima verso di Vizze
Veduta dalla cima verso il Lago Selvaggio
Claudio e il lago Selvaggio
I due ignuz
Ampie vallate
Lago Selvaggio
Io e Flavio sul Lago Selvaggio
La val della Nebbia
WOW, dico solo WOW!
RispondiEliminaComplimenti, bellissima, foto belle e 'giretto' notevole, luogo meraviglioso!
Ciao!
bellissimi valloni selvaggi, lontano dal turismo dolomitico.
RispondiEliminaquando i prati hanno quei colori poi....
Si infatti, anche se a cercare bene anche in Dolomiti si trovano tanti bei posti poco frequentati :)
RispondiEliminafatta sabato scorso, in senso inverso. Senza cima perché era ben nascosta dalle nuvole. Il nevaio c'era, senza crepacci e tutt'altro che minaccioso, ma c'era. In compenso il Gran Pilastro ha fatto cucù poi è sparito fra le nebbie. Bei posti con tantissime marmotte e rari bipedi umani :).
RispondiElimina(come stai? tutto ok?)
Oi francesca, tutto bene grazie, te?
RispondiEliminaDa 10 giorni sono a casa dal lavoro e sto aggiornando il blog con tutte le gite dell'estate perchè ovviamente mica mi son fermata eheheh
Il termine è dal 4 novembre in poi, sarà una bimba che chiameremo Gaia, Terra ;)