Novembre è stato un mese escursionistico dedicato al nostro fratello orso, le ultime ricerche prima che l'inverno abbracci le selve e monti con la sua morsa.
Il 12 novembre, nonostante la giornata nebbiosa, siamo andati sulle pendici meridionali del Monte Valandro. E' stata un'esperienza emozionante quando, bucate le nubi, ci si è parata dinnanzi la val d'Ambiez e la sua corona di cime.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto l'amico Max e siamo andati a far due passi in val d'Algone. Nei pressi di Rodugol due "maledetti" mufloni ci hanno fatto prendere un infarto.
Con le ultime luci del giorno siamo arrivati alle auto, non prima di aver avvistato con il binocolo numerosi camosci sulle alte creste.
La giornata ci ha fruttato una "bella" fatta.
Il 19 novembre ci siamo dedicati alla Paganella.
Ci svegliamo con tutta calma e raggiungiamo Covelo. Qui imbocchiamo il sentiero 610 che porta al passo San Giacomo.
Un curioso scoiattolo ci fa compagnia mentre saliamo.
A circa 900 metri imbocchiamo il sentiero che scende al Maso Ariol, ma fatte poche centinaia di metri ne imbocchiamo un altro che sale repentinamente in alto.
L'ambiente è, come sempre in questo lato di Paganella, selvaggio e ardito. In alto son ben visibili gli aspri canaloni e le praterie che s'alzano verso il Canfedin.
Giungiamo in val dei Lancini dove ci fermiamo a pranzare nei pressi di una postazione di caccia (ca 1100 m), tra un cracker e l'altro sbinocoliamo, ma oggi la fauna non si degna di concedersi a noi..ma meglio così visto che nella valle echeggiano in continuazione gli echi degli spari.
Ci rimettiamo in marcia e scendiamo per sentieri e tracce a Casale, qui con in binocolo riusciamo a vedere un camoscio sugli Speroni dell'Annetta.
Riposte le "armi del mestiere" imbocchiamo il sentiero di San Vili che ci riporta, toccando il maso Ariol, a Covelo.
Il 26 novembre eccoci nuovamente in Paganella. Dopo un'esperienza "indimenticabile" nel bar di Monte Terlago parcheggiamo l'auto a Casale e con Max c'incamminiamo lungo il sentiero 606.
Siamo quasi alla fine di novembre, ma di freddo e neve non c'è nemmeno l'ombra.
Saliamo fino alla località Val dove, dopo una breve pausa, imbocchiamo la comoda strada forestale. Quando questa curva bruscamente c'inoltriamo lungo un sentiero che piega, con lievi sali e scendi, verso nord-est.
Verso ovest lo sguardo si perde nel luccichio del Lago di Garda, sotto di noi si aprono invece la verde valle dei Laghi e l'operosa val dell'Adige. Sulle alte praterie brucano diversi camosci.
Il sentiero che stiamo percorrendo è in qualche punto attrezzato; proseguiamo fin oltre il Doss dal Pin e ci fermiamo a pranzare in una piccola radura con vista sul Canalon Battisti.
Ci godiamo la tranquillità del luogo e poi ritorniamo sui nostri passi imboccando un sentiero che corre più in alto.
In breve sbuchiamo sulla strada forestale; nel bosco sopra di noi due caprioli fuggono via spaventati.
Giunti a Val ripercorriamo il 606 fino all'auto.
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