E' giunta l'ora dell'ultima gita dell'anno.
Con Max l'idea iniziale era quella di andare a sbinocolare in val d'Algone, ma una volta giunti a Iron (868 m) la situazione è ben diversa da quella paventata: sta nevicando e la foschia nevosa abbraccia il "Paese Alto".
Nonostante il clima avverso cominciamo a prepararci per la gita, nel frattempo scambiamo qualche parola con due guardaparco amici di Max e poi partiamo.
Gli unici suoni che udiamo sono il "crock" dei nostri passi e il "friggere" della neve che cade sui faggi e sul terreno ricoperto di foglie.
Mentre salgo la mente ripercorre le "avventure" di quest'anno e un passo dopo l'altro mi trovo..
a camminare nelle immense foreste dello Sneznik,
a contemplare le torri del Vajolet ammantate di neve,
ad agganciare moschettoni sulle scale delle Bocchette,
a piazzare fototrappole e a sperare di aver preso Lui,
a percorrere i crinali marsicani,
a osservare i ghiacciai altoatesini dall'Alta via Riva Tures,
a cercare d'udire l'ululato del lupo,
ad affumicarmi a malga Pozzol,
a emozionarmi mentre sfioro il Campanil Basso,
a percorre "Sette Passi" con la SAT,
ad aspettare il fremito dell'alba sul monte Pez,
a udire la voce del bosco nelle selve dei Gorski Kotar,
a muovermi nella nebbia sul Grignone,
a osservare le virghe nevose in avvicinamento dal Pernici,
a inseguire "el manarot" di Otzi,
a toccare finalmente la Wildekreuzspitze,
ad ammirare l'autunno in val Fossernica,
a sbinocolare in Brenta e in Paganella...
...ed eccomi ancora in Brenta, sempre in compagnia di ottime persone, di amici veri.
La salita è ripida e giungiamo ben presto al baito cacciatori Dos da Zindole (1275 m) dove pranziamo.
La neve ora non fa più rumore, regna il silenzio. Quel silenzio magico che solo un bosco innevato sa donare.
Per il ritorno optiamo per un giro ad anello.
Ancora pochi passi e saremo all'auto..
ancora pochi passi e un altro anno se ne sarà andato..
“Io non vado in montagna per stabilire primati. Salgo per liberarmi, ritrovare in alto, a contatto con la roccia calda di sole o immerso nell'aria frizzante dei mattini nei boschi, qualche cosa di me che non ho più, che forse non ho avuto mai.” E. Majoni
Excelsior!
Per quelli che non possono fare a meno della montagna... per quelli che aspettano la neve... per quelli che seguono l'ombra dell'orso...
sabato 31 dicembre 2011
mercoledì 28 dicembre 2011
28/12/2011 Ciaspolata di fine anno sul monte Roen (Catena della Mendola)
Con Elisa, per smaltire pranzi, cene & brulè di Natale, decidiamo di andar a far una bella ciaspolata sul Monte Roen, la cima più elevata della catena della Mendola.
Parcheggiamo l'auto nei pressi del campo di golf e c'incamminiamo lungo il sentiero 500. Ci alziamo fino al rifugio Genzianella e proseguiamo lungo la comoda forestale; calzo le ciaspole solo perché fanno più presa sul fondo ghiacciato, purtroppo c'è poca neve.
Oltrepassiamo una radura e dopo una piccola rampa giungiamo al rifugio Mezzavia.
Al sole facciamo una breve pausa e poi proseguiamo il nostro cammino. Sempre per comoda forestale giungiamo sui pascoli di malga Romeno (1773 m) e qui la vista si apre a 360°.
Ora ci aspetta l'ultima rampa di 300 metri che ci porta in vetta. Man a mano che saliamo si respira la grandezza degli spazi.. verso est un salto di 2000 metri ci separa dalla val dell'Adige e da Bolzano.. infine eccoci in cima al Roen (2116 m).
Ci spostiamo dalla cima e mangiamo nei pressi di un'altra croce, un vento fastidioso spazza la prateria. Scambiamo quattro chiacchiere con un simpatico satino e poi ci prepariamo per il ritorno.
Ridiscendiamo verso malga Romeno e prendiamo la forestale dell'andata. Camminiamo lentamente, gustandoci la quiete del bosco. Ci fermiamo in un punto panoramico e osserviamo le meravigliose guglie delle Dolomiti.. ed ecco lo Sciliar dove in luglio abbiamo passato una bellissima due giorni.
Con il sole che piano piano cala a ovest giungiamo infine all'auto, soddisfatte della bella gita di fine anno.
Cima Roen
Pensieri
Uno sguardo verso Paganella e Brenta
Eli
Parcheggiamo l'auto nei pressi del campo di golf e c'incamminiamo lungo il sentiero 500. Ci alziamo fino al rifugio Genzianella e proseguiamo lungo la comoda forestale; calzo le ciaspole solo perché fanno più presa sul fondo ghiacciato, purtroppo c'è poca neve.
Oltrepassiamo una radura e dopo una piccola rampa giungiamo al rifugio Mezzavia.
Al sole facciamo una breve pausa e poi proseguiamo il nostro cammino. Sempre per comoda forestale giungiamo sui pascoli di malga Romeno (1773 m) e qui la vista si apre a 360°.
Ora ci aspetta l'ultima rampa di 300 metri che ci porta in vetta. Man a mano che saliamo si respira la grandezza degli spazi.. verso est un salto di 2000 metri ci separa dalla val dell'Adige e da Bolzano.. infine eccoci in cima al Roen (2116 m).
Ci spostiamo dalla cima e mangiamo nei pressi di un'altra croce, un vento fastidioso spazza la prateria. Scambiamo quattro chiacchiere con un simpatico satino e poi ci prepariamo per il ritorno.
Ridiscendiamo verso malga Romeno e prendiamo la forestale dell'andata. Camminiamo lentamente, gustandoci la quiete del bosco. Ci fermiamo in un punto panoramico e osserviamo le meravigliose guglie delle Dolomiti.. ed ecco lo Sciliar dove in luglio abbiamo passato una bellissima due giorni.
Con il sole che piano piano cala a ovest giungiamo infine all'auto, soddisfatte della bella gita di fine anno.
Cima Roen
Pensieri
Uno sguardo verso Paganella e Brenta
Eli
martedì 27 dicembre 2011
Full immersion Maddalene
Tra la fine di novembre e dicembre ci siamo dati alla "conquista" di nuovi territori, la nostra attenzione si è spostata verso le Maddalene, la selvaggia catena montuosa che chiude l'alta val di Non.
Il 27 novembre con gli amici Carla e Renato ci siamo diretti a Proves-Proveis. Parcheggiata l'auto al maso Thal (1475 m) c'inoltriamo verso la testata della valle che percorre le pendici meridionali del Monte Ometto-Mandelspitz.
Giunti a malga Manzara-Stierberg alm (1850 m) facciamo una piccola pausa; le temperature sono ancora troppo alte!
Prendiamo il sentiero 12 e, dopo aver incrociato un branco di camosci, giungiamo in cima al Monte Faiden-Faidenberg (1993 m) dove ci fermiamo a pranzo.
La vista sulla val di Non e la diga di Santa Giustina è molto suggestiva, le nebbie strisciano e giocano con le pendici dei monti creando un magico effetto quinte.
La situazione neve è pessima, ce n'è solo nei versanti settentrionali del Brenta e nei versanti a sfavore di sole delle Maddalene.
Ritorniamo poi sui nostri passi per la medesima via dell'andata. Prima di giungere all'auto, sui versanti nord-orientali del Faidenberg avvistiamo numerosi camosci.
Il 9 dicembre eccoci di nuovo in zona Proves, questa volta con Renato e un altro Claudio. Parcheggiata l'auto a Proves (1422 m) c'incamminiamo verso il passo Fresna (1457 m) dove imbocchiamo il sentiero 147 che s'inoltra in val Mariole.
Giunti sulla strada cementata di fondovalle la percorriamo fino a quota 1600 metri dove proseguiamo su sentiero 147: la salita è "estenuante". Nei pressi del Bait dal Ranzi (1850 m) prendiamo una traccia di sentiero che, proseguendo in costa, gira sul versante della val di Lavazzè.
Giunti in una radura la traccia si perde così decidiamo di salire alla bene e meglio verso l'alto: "tanto ghe el sentiero comodo".
Con non poche difficoltà ci alziamo fino al Monte Alto (2031 m) e qui prediamo il Sentiero Bonacossa.
Il cielo è velato dalle nubi, solo verso nord è sereno.
Scendiamo al rifugio Maddalene- ex malga Val (1925 m) dove facciamo una breve pausa. Dietro alla malga avvistiamo 7 camosci che a loro volta osservano 3 cacciatori recuperare un “trofeo”, probabilmente un loro fratello.
Caliamo poi lungo la erta forestale fino all'auto. Durante la discesa vediamo altri 5 camosci sui canaloni erbosi che scendono dal versante sud occidentale del Faidenberg.
Non c'è 2 senza 3 e rieccoci sulle Maddalene, questa volta per l'uscita su campo - dopo due lezioni teoriche - del corso "Sicurezza in ambiente innevato" organizzato dalla sezione SAT di Lavis e Pressano.
Finalmente l'ambiente è invernale!! Partiamo con -4° e il paesaggio è imbiancato.
Siamo in 25: 13 ciaspolatori e 12 scialpinisti.
L'istruttore ci consegna gli ARVA e ci spiega il funzionamento, poi partiamo verso malga Cloz (1734 m).
La temperatura è rigida, c'è il sole, ma un vento fastidioso spazza le montagne.
Nei pressi di questa malga ci vengono spiegate nozioni sui tipi di neve e sulla meteo.
Osservo le ormai famigliari cime del Faidenberg e del Monte Alto: finalmente sono innevate!!!
Finite le spiegazioni ci alziamo verso il Malghetto di Cloz (1894 m) e da questo ci spostiamo verso il passo Castrin e l'omonima malga (1813 m) dove pranziamo.
Nei pressi di questa malga facciamo delle dimostrazioni di ricerca con l'ARVA. Ascoltiamo attenti mentre la bufera imperversa, il vento alza in continuazione vortici di ghiaccio e neve.
Finita la lezione in breve scendiamo al parcheggio, soddisfatti di questo breve ma intenso corso.
Proves
Stierberg alm
Camosci
Orizzonti
Sbinocolando sul Monte Alto
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