sabato 31 dicembre 2011

29/12/2011 Sotto la neve in val d'Algone (Brenta)

E' giunta l'ora dell'ultima gita dell'anno.
Con Max l'idea iniziale era quella di andare a sbinocolare in val d'Algone, ma una volta giunti a Iron (868 m) la situazione è ben diversa da quella paventata: sta nevicando e la foschia nevosa abbraccia il "Paese Alto".
Nonostante il clima avverso cominciamo a prepararci per la gita, nel frattempo scambiamo qualche parola con due guardaparco amici di Max e poi partiamo.
Gli unici suoni che udiamo sono il "crock" dei nostri passi e il "friggere" della neve che cade sui faggi e sul terreno ricoperto di foglie.

Mentre salgo la mente ripercorre le "avventure" di quest'anno e un passo dopo l'altro mi trovo..

a camminare nelle immense foreste dello Sneznik,
a contemplare le torri del Vajolet ammantate di neve,
ad agganciare moschettoni sulle scale delle Bocchette,
a piazzare fototrappole e a sperare di aver preso Lui,
a percorrere i crinali marsicani,
a osservare i ghiacciai altoatesini dall'Alta via Riva Tures,
a cercare d'udire l'ululato del lupo,
ad affumicarmi a malga Pozzol,
a emozionarmi mentre sfioro il Campanil Basso,
a percorre "Sette Passi" con la SAT,
ad aspettare il fremito dell'alba sul monte Pez,
a udire la voce del bosco nelle selve dei Gorski Kotar,
a muovermi nella nebbia sul Grignone,
a osservare le virghe nevose in avvicinamento dal Pernici,
a inseguire "el manarot" di Otzi,
a toccare finalmente la Wildekreuzspitze,
ad ammirare l'autunno in val Fossernica,
a sbinocolare in Brenta e in Paganella...

...ed eccomi ancora in Brenta, sempre in compagnia di ottime persone, di amici veri.
La salita è ripida e giungiamo ben presto al baito cacciatori Dos da Zindole (1275 m) dove pranziamo.
La neve ora non fa più rumore, regna il silenzio. Quel silenzio magico che solo un bosco innevato sa donare.
Per il ritorno optiamo per un giro ad anello.

Ancora pochi passi e saremo all'auto..
ancora pochi passi e un altro anno se ne sarà andato..

Io non vado in montagna per stabilire primati. Salgo per liberarmi, ritrovare in alto, a contatto con la roccia calda di sole o immerso nell'aria frizzante dei mattini nei boschi, qualche cosa di me che non ho più, che forse non ho avuto mai.” E. Majoni

Excelsior!

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