mercoledì 20 agosto 2014

Amarcord. 09/09/2007 Sulle trincee del Monte Cauriol (Lagorai di Fiemme)

Cauriòl, 23 settembre 1916
Il battaglion Feltre conquista, con perdite di circa 300 uomini, il Cauriòl.
“Genitori, piangete, piangete,
vostro figlio è morto da eroe.
Vostro figlio è morto da eroe
su l'aspre cime del Monte Cauriòl.”


Cauriòl, 09 settembre 2007
La sveglia suona alle 6.30, ma io sono già sveglia dalle 5, un’ombra d’inquietudine m’avvolge  .
Chiudo gli occhi e tante immagini mi vengono alla memoria dal giorno prima: l’incidente, lo scampato pericolo, l’ineluttabilità del destino, da una parte la gioia di esser ancora vivi e sani, dall’altra gli occhi spaventati di quella cerva che, sono sicura, in quel momento non avrà pensato alla propria vita che se ne stava andando, ma il suo ultimo pensiero – non chiedetemi coma faccio a saperlo, ma lo so – secondo me è stato: “e mio figlio come farà?”  .
Apro gli occhi, mi sento scarica, mi alzo e preparo le cose come se fossi un automa. Alle 7 arrivano Claudio, Flavio, Elisa e Linda. Carichiamo le auto, e io carico me stessa sul sedile posteriore, non sono in vena di parlare, durante il viaggio dormicchio.. e nella testa irrompe la scena del giorno prima..quegli occhi.

Alle 8.30 circa, dopo aver percorso la lunga forestale della val Sàdole (con pendenze del 20%!!!), eccoci giungere al rifugio Cauriòl (1600 mt).
Scendiamo dall’auto, la temperatura è frizzate (all’arrivo 5° che poi diverranno 3°), indossiamo gli scarponi ed entriamo nel bel rifugio per bere qualcosa di caldo; in questo rifugio vi è pure un museo di guerra. Dopo aver bevuto un buon caffè siamo pronti per la scarpinata.
Imbocchiamo il comodo sentiero 320 che risale la testata della Val Sàdole, il mio umore è ancora cupo, ma mano a mano che c’inoltriamo nei meandri del Lagorai, sento una forza che mi pervade il corpo e lo spirito, si comincia a scherzare come al solito, le prime battute, le prime esaltazioni  .. la gioia di percorrer questo amato luogo con due care ed insostituibili amiche – Elisa e Linda.
Dopo aver superato Baita Sàdole (1771 mt), proseguiamo su morena sassosa – Pian del Maseron – e lasciamo alla nostra sinistra la “Via Austriaca” che faremo al ritorno. Così, alzandoci ancora, eccoci arrivare al Passo Sàdole (2066 mt) e di fronte a noi fa capolino la maestosa Cima d’Asta .
Dal passo comincia la “Via Italiana”, che taglia le pendici sud del sassoso Cauriòl Piccolo, poi ripidamente si guadagna la selletta dei Cartieri (2343), fra il Cauriòl Piccolo e il Cauriòl.
Alla sella, investiti da fastidiose raffiche di vento, mangiamo qualcosa e ci prepariamo ad affrontare gli ultimi 150 metri che ci separano dalla cima del Cauriòl. Il sentiero, per chi soffre un po’ di vertigini come Linda, non è dei migliori, in alcuni punti c’è da usare un po’ le mani, il terreno è franoso e le rocce tutto fuorché stabili, ma con gran forza di volontà, dopo un po’ arrancare eccoci tutti in cima alla vetta del Monte Cauriòl (2494mt)  .
Un plauso a Linda e ad Elisa e un “Signore delle Cime” alle centinaia di soldati che morirono qui!
Il panorama è da pura commozione: la giornata tersa permette alla nostra vista di godere di quasi tutte le vette principali del Trentino.. da oriente a occidente, da meridione a settentrione. Sono felice per Linda ed Elisa, come prima escursione “seria” con l’A-team non potevano pretendere di meglio! 

Tra foto, cibo, “bouldering” e minchiate stiamo in cima circa un’oretta e mezzo; dopo la consueta firma sul libro di vetta prendiamo la strada del ritorno e, sempre sotto infide raffiche di vento, giungiamo nuovamente alla selletta dei Cartieri.
Da questa selletta io, Flavio e Claudio tentiamo di salire il Piccolo Cauriòl, ma arrivati ad un certo punto (dopo aver letteralmente scalato dei blocchi di porfido!  ) decidiamo di ritornar sui nostri passi, il tempo stringe, ma soprattutto ci dispiace lasciar al freddo Linda ed Elisa, il Piccolo Cauriòl lo teniamo buono per la prossima volta.. “tanto da lì no’l se move!”  .
Ritornati dalle due “befane” cominciamo a scendere per la “Via Austriaca”, ci aspettano un bel po’ di sfasciumi e dopo un po’ raggiungiamo la deviazione per forcella del Cardinal: da qui si diparte la comoda mulattiera di guerra austriaca che, tagliando le pendici del Cauriòl Piccolo, si ricongiunge al Pian del Maseron, da dove si riprende la via dell’andata.

Mi riprende un po’ di malinconia, ma ad un certo punto sento un rumore.. è lo scrosciare dell’acqua del Rivo Sàdole.. mi fermo e lo ascolto meglio, mi isolo con la mente finché l’unico rumore che sento, che voglio sentire, è il gorgoglio di quell’acqua, è come se ci fossi in mezzo, e poco alla volta mi sento come purificata, sento l’acqua che mi avvolge e che si porta via parte di un peso che ho in fondo al cuore.

Sulla strada del ritorno poi le Pale di S.Martino ci saluteranno con una splendida e indimenticabile enrosadira.

Grazie amici miei : Claudio, Elisa, Flavio e Linda.
Grazie Lagorai.










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