E finalmente anche questa “pratica” è stata archiviata.
Saliamo con due auto a Andalo, siamo io, Claudio, Flavio (per l'occasione battezzato “Il Bazzanella”), Elisa e Max, lasciamo un auto lì e, stipati nell'altra, ci dirigiamo a malga d'Arza (1507 m).
Zaino in spalla e saliamo per ripido viottolo a malga Loverdina (1771 m). Dopo una breve sosta, proseguiamo su sentiero 370 fino al bivio con la selvaggia val Inferni, continuiamo verso sud e saliamo sulla forcelletta affacciata sulla Campa.
Vedere Cima Trettel, Borcola e tutta la cresta dentellata che culmina con la cima della Sporata da questa prospettiva fa sempre un certo effetto, scattiamo qualche foto e poi scendiamo per canale lungo le rocce e giungiamo a malga Campa (1982 m).
Qui i miei quattro compagni d'avventura improvvisano una brevissima, ma intensa, partita a poker con le carte della malga.. no comment!
Proseguiamo verso ovest su segnavia 388 e ci ritroviamo in una bella conca di larici, poco sopra incontriamo un grosso nevaio.
Risaliamo la val della Campa e dopo un ripido “salto” vaghiamo per l'alpe La Campa, sulle creste delle cime Termoncello, Crozara di Campa e di Val Scura si rincorrono i camosci.
La Sella del Montoz è poco distante.. arriviamo al bramato passo (2327 m) e l'aria fredda ci travolge, il cielo è coperto; per ripararci un po' mangiamo dentro una una piccola dolina.
Alla nostra destra si alza la cima di Santa Maria, a sinistra il Monte Corona, il Croz del Re e i Mular.
Mentre Flavio e Max dormono, io Claudio e Elisa gironzoliamo. Io mi alzo di circa 100 metri e la vista mi si apre su tutta la sottostante val dei Cavai e sul superbo Piz Galin, conquistato nell'ottobre 2008.
Riprendiamo il cammino e scendiamo per questa piccola perla, facciamo un'ultima pausa nei pressi della Baita Cacciatori di Spora (1869 m) poi riprendiamo il cammino e, tramite l'esposto ma assai familiare, sentiero 301 caliamo a Andalo.
Dal cielo cade qualche goccia... e così arriviamo all'auto con la melodia di “Gioca Jouer” che impazza per intrattenere i turisti.. in questo istante rimpiango i silenzi dell'alpe Campa!
Ritorniamo all'Arza a prendere l'altra auto.
Una volta giunta a casa salgo le scale, entro dalla porta e la prima cosa che faccio è alzare le tapparelle del balcone per osservare Cima Borcola..e un sospiro mi sale dal cuore..
Claudio, Malga Campa e Borcola & co.
Flavio
Quasi alla Sella del Montoz
Scendendo per la val del Cavai. Sullo sfondo il Piz Galin.
Per quelli che non possono fare a meno della montagna... per quelli che aspettano la neve... per quelli che seguono l'ombra dell'orso...
sabato 25 giugno 2011
domenica 19 giugno 2011
19/06/2011 Ritornerai... classico giro delle Tre Cime (Bondone)
A distanza di 3 anni rieccoci all'inizio del classico giro delle Tre Cime del Bondone, questa volta siamo io, Claudio, Flavio, Elisa e la new entry Manuela.
Partiamo dal parcheggio e notiamo, con una certa preoccupazione, che corpose comitive di gente stanno attraversando le Viote, ci fermiamo e osserviamo da che parte si dirige il grosso delle comitive.. noi ovviamente prenderemo la via opposta.
La massa imbocca la via di Cima Verde così noi risaliamo il lungo costone della val dei Cavai.
La giornata, a parte fastidiose folate di vento, è splendida.
Le praterie color smeraldo che digradano verso malga Roncher ondeggiano al vento, un mare variopinto di fiori si muove con esse all'unisono.
Il Cornetto è ormai vicino, aggiriamo il versante che s'affaccia sulla val di Cavedine e saliamo alla bene meglio in cima (2180 m).
C'è parecchia gente così dopo una breve sosta ritorniamo alla base e l'aggiriamo dal lato che dà sulla val d'Adige.
Percorriamo la cresta di congiunzione con il “cammelloide” Doss d'Abramo. Saliamo per roccette attrezzate verso il pianoro sommitale dove ci fermiamo a mangiare in mezzo a striminzite stelle alpine e genziane.
Il cielo si è annuvolato così raggiungiamo la vicina cima (2133 m) e poi caliamo per il canalino attrezzato e percorriamo la cengia esposta sul versante di Cimone.
Percorrendo l'ultima cresta giungiamo su Cima Verde (2102 m) dove facciamo un'ultima breve sosta; dopodiché scendiamo verso la val del Merlo per ripido sentiero reso viscido dal fango.
Così, con “voli d'angelo” e salvataggi in estremis, raggiungiamo incolumi la piana delle Viote.
Sullo sfondo la rossa Costa dei Cavai
Cornet
Regno dei camosci
Foto by Claudio :)
Partiamo dal parcheggio e notiamo, con una certa preoccupazione, che corpose comitive di gente stanno attraversando le Viote, ci fermiamo e osserviamo da che parte si dirige il grosso delle comitive.. noi ovviamente prenderemo la via opposta.
La massa imbocca la via di Cima Verde così noi risaliamo il lungo costone della val dei Cavai.
La giornata, a parte fastidiose folate di vento, è splendida.
Le praterie color smeraldo che digradano verso malga Roncher ondeggiano al vento, un mare variopinto di fiori si muove con esse all'unisono.
Il Cornetto è ormai vicino, aggiriamo il versante che s'affaccia sulla val di Cavedine e saliamo alla bene meglio in cima (2180 m).
C'è parecchia gente così dopo una breve sosta ritorniamo alla base e l'aggiriamo dal lato che dà sulla val d'Adige.
Percorriamo la cresta di congiunzione con il “cammelloide” Doss d'Abramo. Saliamo per roccette attrezzate verso il pianoro sommitale dove ci fermiamo a mangiare in mezzo a striminzite stelle alpine e genziane.
Il cielo si è annuvolato così raggiungiamo la vicina cima (2133 m) e poi caliamo per il canalino attrezzato e percorriamo la cengia esposta sul versante di Cimone.
Percorrendo l'ultima cresta giungiamo su Cima Verde (2102 m) dove facciamo un'ultima breve sosta; dopodiché scendiamo verso la val del Merlo per ripido sentiero reso viscido dal fango.
Così, con “voli d'angelo” e salvataggi in estremis, raggiungiamo incolumi la piana delle Viote.
Sullo sfondo la rossa Costa dei Cavai
Cornet
Regno dei camosci
Foto by Claudio :)
lunedì 13 giugno 2011
Il Tirolo mette in vendita due montagne...
Il Tirolo mette in vendita due montagne
Sul mercato per 121 mila euro ma sarà vietato recintarle
Una veduta delle montagne
MILANO - Adesso vengono messe in vendita anche le Alpi: accade in Austria, dove due vette, nel Tirolo sono state messe sul mercato al prezzo di 121 mila euro. Chi vende è il piccolo centro di Kartitsch, nella valle Gailtal, in Alta Pusteria, a pochi km dal confine italiano. Secondo quanto riferisce il quotidiano «Die Presse», nella sua versione online, si tratta del Gran Kinigat, conosciuto anche come Monte Cavallino (2690 metri), e il Rosskopf, noto come Monte Cavallo (2600 metri). L'acquirente si ritroverebbe in possesso di 1,2 milioni di metri quadrati, nella regione più alta del Tirolo orientale.
VENTI ACQUIRENTI - Josef Ausserlechner, sindaco di Kartitsch, piccolo centro alpino da 800 anime, ha commentato: «In Grecia si vendono le isole e qui si vendono le montagne». Fino al 2001, proprietaria delle Alpi era la Repubblica austriaca, poi la Società immobiliare federale (Big) ha acquistato le vette per 300 mila euro. Secondo il quotidiano «Kleine Zeitung», si sarebbero fatti avanti 20 interessati e l'asta comincerà l'8 luglio. Se ci fosse un nuovo proprietario, comunque, scrive «Die Presse», non cambierebbero certo le condizioni d'uso delle due montagne. «Recintarle e chiuderle, ovviamente, non è possibile», ha chiarito il sindaco Ausserlechner. E anche gli aerei potranno continuare a sorvolarle.
fonte Cristina Marrone - Corriere della Sera.it
Io questa cosa la trovo a dir poco agghiacciante... in un futuro ipotetico magari potremmo trovare in vendita anche il Basso!!!
giovedì 9 giugno 2011
L'orso "bianco" in Trentino
Guardate qui cosa ha ripreso una delle fototrappole della PAT, un orso bianco! Così anche noi abbiamo il nostro "spirit bear" :)
Spettacolare il video! Fra l'altro anche la nostra fototrappola comincia a darci soddisfazioni, abbiamo beccato pure noi un bel orsetto :)
Sembra quasi un effetto di luce, invece si tratta di un orso davvero speciale, con il mantello quasi bianco. Sono queste le immagini recentemente "catturate" dall'Ufficio Faunistico della Provincia autonoma di Trento, che dal 2010 sta monitorando, secondo un sistema sperimentato in America, i "rub trees" ovvero grattatoi utilizzati dai plantigradi per segnalare ad altri animali della stessa razza la propria presenza. In alcuni di questi grattatoi sono state appunto installate fotocamere automatiche, per riprendere gli orsi nel proprio ambiente. Una di queste ha ripreso in pieno giorno, nel gruppo montuoso Paganella-Gazza, un orso molto particolare, probabilmente un giovane maschio, caratterizzato da un mantello chiarissimo, quasi bianco. Provengono dalla stessa zona anche immagini di una femmina con tre cuccioli di un anno e mezzo d'età.
segue a questo link
Spettacolare il video! Fra l'altro anche la nostra fototrappola comincia a darci soddisfazioni, abbiamo beccato pure noi un bel orsetto :)
Sembra quasi un effetto di luce, invece si tratta di un orso davvero speciale, con il mantello quasi bianco. Sono queste le immagini recentemente "catturate" dall'Ufficio Faunistico della Provincia autonoma di Trento, che dal 2010 sta monitorando, secondo un sistema sperimentato in America, i "rub trees" ovvero grattatoi utilizzati dai plantigradi per segnalare ad altri animali della stessa razza la propria presenza. In alcuni di questi grattatoi sono state appunto installate fotocamere automatiche, per riprendere gli orsi nel proprio ambiente. Una di queste ha ripreso in pieno giorno, nel gruppo montuoso Paganella-Gazza, un orso molto particolare, probabilmente un giovane maschio, caratterizzato da un mantello chiarissimo, quasi bianco. Provengono dalla stessa zona anche immagini di una femmina con tre cuccioli di un anno e mezzo d'età.
segue a questo link
sabato 4 giugno 2011
28/05/2011 - 04/06/2011 Un epico viaggio in Slovenia: "e finalmente orso fu..."
Finalmente dopo anni di ricerche l'ombra dell'orso è divenuta realtà.
In Slovenia, la terra delle foreste, ho avuto l'onore d'incrociare il mio cammino con ben 5 orsi.
Un viaggio, quello della cerca, lungo e difficile.
Giornate passate a percorrere i luoghi più apri e selvaggi del Brenta e della Paganella.. Val Sporeggio, Prada, Val di Ceda, Val di Ion, Val d'Algone, il Vallon, Val Trementina per citarne alcune.
Ore e ore trascorse a sbinocolare verso gli alti pascoli con la speranza che la "solita" macchia marrone non sia l'ennesimo masso o ceppaia.
Le orecchie tese al minimo rumore nel bosco. Il naso pronto a fiutare l'eventuale odore di selvatico.
Tutti i sensi all'erta.
E poi quando meno te lo aspetti ecco QUEL momento, quell'istante che desideravi da tempo.. un istante che si è ripetuto per ben 3 volte.. e ogni volta è come se fosse stata la prima.
Emozione travolgente, brividi e occhi lucidi dalla gioia.
Emozione che ho condiviso con Claudio e il carissimo amico Max.
Sabato 28 maggio. Ore 16.15. Strada per Mašun.
L'umore non è dei migliori perché Miha, il mitico gestore dell'albergo dove alloggiamo, ci dice che le zone delle nuove altane, dalle quali avremmo potuto avvistare l'orso, non sono ancora frequentate.
Visto il tempo uggioso decidiamo di andare a fare un giro in quel di Mašun, luogo da dove è stato prelevato uno dei nostri dieci orsi fondatori.
Oltrepassiamo il castello di Snežnik - il Grad Snežnik - e c'inoltriamo in una verde e rigogliosa foresta di faggi e abeti.
Pochi minuti dopo aver pronunciato la frase "Ma cosa vuoi incontrarlo alle 4 di pomeriggio.." scatta l'urlo generale "Orsoooooooooo!!!!" e fermiamo immediatamente l'auto.
Dalla curva di fronte a noi sbuca questo giovane orso - avrà avuto un anno e mezzo circa - e, improvvisamente com'è comparso, scompare inoltrandosi nel bosco.
Tempo di focalizzare un sederone e due orecchie pelose.
Mi sdraio sul sedile posteriore sopraffatta dalle emozioni. Siamo increduli. Smontiamo dall'auto e troviamo le impronte.. allora è proprio vero.. non è stato un miraggio!
Mercoledì 1 giugno. Ore 10.25. Strada per Mašun. Parte II
Sono 4 giorni che siamo in terra slovena e ci sembra di appartenere a questi luoghi da sempre.
Di cose ne abbiamo già fatte e viste parecchie.. domenica siamo saliti sul rinomato Veliki Snežnik (Monte Nevoso), lunedì abbiamo visitato la zona del lago intermittente di Cerkniško jezero (lago di Cerknica) e martedì abbiamo fatto una puntatina in Croazia sul Veliki Risnjak.
Tutto questo condito da numerosi giri lungo le ben tenute strade forestali slovene, dove sul fango si possono rinvenire, con la stessa frequenza che da noi incrociamo impronte di ungulati, orme e segni di presenza ursina. Numerosi sono stati anche gli avvistamenti di scattanti caprioli e maestose poiane.
In mattinata decidiamo di risalire per l'ennesima volta la strada che porta a Mašun.. sia mai che... oltrepassiamo Leskova dolina, stiamo ascoltando la colonna sonora de "I segreti di Brokeback Mountain", quando Max urla "Ca..o l'orso!", facciamo retromarcia ed ecco L'istante.
Una ventina di metri sotto la strada, fra gli alti fusti dei faggi e degli abeti, ecco una grossa orsa che ci guarda incuriosita. Un colpo al cuore. Si volta ed ecco un inaspettato movimento ai suoi piedi, ci sono anche due piccoli che corrono avanti, la madre li segue con tutta calma.
Il cuore trabocca d'emozione. Quello che avevo sempre sognato si è materializzato dinnanzi ai miei occhi: mamma orsa con i cuccioli! Gioia infinita!!!
Aspettiamo un poco per permettere alla famigliola di allontanarsi, poi scendiamo dall'auto, io e Max raggiungiamo il luogo dove sostava l'orsa.. troviamo un piccolo formicaio in fermento e una fatta di un cucciolo.
Risaliamo verso la strada con l'entusiasmo alle stelle.
Venerdì 3 giugno. Ore 15.00. Strada per Lazec.
L'ultimo giorno è arrivato. Da mercoledì sera si sono uniti al trio altri amici di Max: Giulia, Giorgio, Simona e Fabio. Giovedì mattina siamo stati nella foresta vergine della Kočevska: alberi vetusti e pregni d'umidità, muschi e funghi, tronchi marci e abbiamo potuto toccare con mano il cinquecentenario abete bianco “Kraljica Roga” (“La regina di Rog”). La sera abbiamo fatto un giro con Miha nei boschi sopra Markovec, abbiamo attraversato una grande radura, fresche impronte d'orso sono ovunque, un pastore di vacche - per nulla intimorito - ci dice che un giorno sì e uno no in quella zona gira una femmina con cuccioli. Nei pressi dell'ennesima altana facciamo visita ad una vecchia tana.
La mattina del venerdì ritorniamo per l'ultima volta a Mašun, dove, visto il tempo da lupi, ci rintaniamo all'interno del bar. Pomeriggio Miha ci porta a far un giro in nuove bucoliche zone.
Siamo sulla strada che porta a Stari Kot quando vedo una "cosina" marrone salire la scarpata a bordo strada, metto a fuoco e vedo un collare bianco..quasi soffoco nell'urlare "Orsettooooo!". Ci fermiamo poco dopo in uno spiazzo, il piccolo è già sparito nel bosco, solo Max e Fabio fanno in tempo a vedere il visino sbucare per l'ultima volta fra le foglie.
L'orso sa stupirmi ogni volta. E' incredibile con quanta abilità questo piccolino sia salito su quell'irta scarpata. La gioia dell'incontro è però un po' offuscata dal presumibile destino verso cui andrà incontro: essendo solo molto probabilmente si tratta di un cucciolo allontanato dalla madre magari a causa di un maschio (cosa che forse è capitata anche al "nostro" cucciolo in val Manez) destinato quindi alla morte.
Ma questa è la Natura, spietata e magnifica al contempo.
Così, risalendo il corso della Soča (Isonzo) e lambendo le severe pareti del Triglav, si conclude una stupenda vacanza all'insegna dell'amicizia e della Natura.
Per concludere riporto una citazione dal libro "L'Ombra dell'Orso" di Daniela Castellani : "L'ombra dell'orso è per noi più reale dell'orso vero e proprio. Cercare l'orso è importante, trovarlo è secondario, come è il viaggiare quello che ci affascina, non raggiungere la meta. Perché cercare l'orso è come cercare noi stessi e nel corso della ricerca può essere che noi cambiamo".
L'orso l'ho cercato e infine trovato, come ho trovato me stessa.
Una meta è stata raggiunta, ma se n'è palesata subito un'altra.
Un viaggio s'è concluso, ma un altro è appena cominciato.. to be continued.. bear hail!
Claudio poco dopo l'avvistamento del primo orso
Paesino sloveno
Macro
Giglio carniolico (Lilium carniolicum)
Tramonto dal Veliki Slivnica
Per prati..
Nebbie slovene
La regina di Rog
Max e una tana di orsi
In Slovenia, la terra delle foreste, ho avuto l'onore d'incrociare il mio cammino con ben 5 orsi.
Un viaggio, quello della cerca, lungo e difficile.
Giornate passate a percorrere i luoghi più apri e selvaggi del Brenta e della Paganella.. Val Sporeggio, Prada, Val di Ceda, Val di Ion, Val d'Algone, il Vallon, Val Trementina per citarne alcune.
Ore e ore trascorse a sbinocolare verso gli alti pascoli con la speranza che la "solita" macchia marrone non sia l'ennesimo masso o ceppaia.
Le orecchie tese al minimo rumore nel bosco. Il naso pronto a fiutare l'eventuale odore di selvatico.
Tutti i sensi all'erta.
E poi quando meno te lo aspetti ecco QUEL momento, quell'istante che desideravi da tempo.. un istante che si è ripetuto per ben 3 volte.. e ogni volta è come se fosse stata la prima.
Emozione travolgente, brividi e occhi lucidi dalla gioia.
Emozione che ho condiviso con Claudio e il carissimo amico Max.
Sabato 28 maggio. Ore 16.15. Strada per Mašun.
L'umore non è dei migliori perché Miha, il mitico gestore dell'albergo dove alloggiamo, ci dice che le zone delle nuove altane, dalle quali avremmo potuto avvistare l'orso, non sono ancora frequentate.
Visto il tempo uggioso decidiamo di andare a fare un giro in quel di Mašun, luogo da dove è stato prelevato uno dei nostri dieci orsi fondatori.
Oltrepassiamo il castello di Snežnik - il Grad Snežnik - e c'inoltriamo in una verde e rigogliosa foresta di faggi e abeti.
Pochi minuti dopo aver pronunciato la frase "Ma cosa vuoi incontrarlo alle 4 di pomeriggio.." scatta l'urlo generale "Orsoooooooooo!!!!" e fermiamo immediatamente l'auto.
Dalla curva di fronte a noi sbuca questo giovane orso - avrà avuto un anno e mezzo circa - e, improvvisamente com'è comparso, scompare inoltrandosi nel bosco.
Tempo di focalizzare un sederone e due orecchie pelose.
Mi sdraio sul sedile posteriore sopraffatta dalle emozioni. Siamo increduli. Smontiamo dall'auto e troviamo le impronte.. allora è proprio vero.. non è stato un miraggio!
Mercoledì 1 giugno. Ore 10.25. Strada per Mašun. Parte II
Sono 4 giorni che siamo in terra slovena e ci sembra di appartenere a questi luoghi da sempre.
Di cose ne abbiamo già fatte e viste parecchie.. domenica siamo saliti sul rinomato Veliki Snežnik (Monte Nevoso), lunedì abbiamo visitato la zona del lago intermittente di Cerkniško jezero (lago di Cerknica) e martedì abbiamo fatto una puntatina in Croazia sul Veliki Risnjak.
Tutto questo condito da numerosi giri lungo le ben tenute strade forestali slovene, dove sul fango si possono rinvenire, con la stessa frequenza che da noi incrociamo impronte di ungulati, orme e segni di presenza ursina. Numerosi sono stati anche gli avvistamenti di scattanti caprioli e maestose poiane.
In mattinata decidiamo di risalire per l'ennesima volta la strada che porta a Mašun.. sia mai che... oltrepassiamo Leskova dolina, stiamo ascoltando la colonna sonora de "I segreti di Brokeback Mountain", quando Max urla "Ca..o l'orso!", facciamo retromarcia ed ecco L'istante.
Una ventina di metri sotto la strada, fra gli alti fusti dei faggi e degli abeti, ecco una grossa orsa che ci guarda incuriosita. Un colpo al cuore. Si volta ed ecco un inaspettato movimento ai suoi piedi, ci sono anche due piccoli che corrono avanti, la madre li segue con tutta calma.
Il cuore trabocca d'emozione. Quello che avevo sempre sognato si è materializzato dinnanzi ai miei occhi: mamma orsa con i cuccioli! Gioia infinita!!!
Aspettiamo un poco per permettere alla famigliola di allontanarsi, poi scendiamo dall'auto, io e Max raggiungiamo il luogo dove sostava l'orsa.. troviamo un piccolo formicaio in fermento e una fatta di un cucciolo.
Risaliamo verso la strada con l'entusiasmo alle stelle.
Venerdì 3 giugno. Ore 15.00. Strada per Lazec.
L'ultimo giorno è arrivato. Da mercoledì sera si sono uniti al trio altri amici di Max: Giulia, Giorgio, Simona e Fabio. Giovedì mattina siamo stati nella foresta vergine della Kočevska: alberi vetusti e pregni d'umidità, muschi e funghi, tronchi marci e abbiamo potuto toccare con mano il cinquecentenario abete bianco “Kraljica Roga” (“La regina di Rog”). La sera abbiamo fatto un giro con Miha nei boschi sopra Markovec, abbiamo attraversato una grande radura, fresche impronte d'orso sono ovunque, un pastore di vacche - per nulla intimorito - ci dice che un giorno sì e uno no in quella zona gira una femmina con cuccioli. Nei pressi dell'ennesima altana facciamo visita ad una vecchia tana.
La mattina del venerdì ritorniamo per l'ultima volta a Mašun, dove, visto il tempo da lupi, ci rintaniamo all'interno del bar. Pomeriggio Miha ci porta a far un giro in nuove bucoliche zone.
Siamo sulla strada che porta a Stari Kot quando vedo una "cosina" marrone salire la scarpata a bordo strada, metto a fuoco e vedo un collare bianco..quasi soffoco nell'urlare "Orsettooooo!". Ci fermiamo poco dopo in uno spiazzo, il piccolo è già sparito nel bosco, solo Max e Fabio fanno in tempo a vedere il visino sbucare per l'ultima volta fra le foglie.
L'orso sa stupirmi ogni volta. E' incredibile con quanta abilità questo piccolino sia salito su quell'irta scarpata. La gioia dell'incontro è però un po' offuscata dal presumibile destino verso cui andrà incontro: essendo solo molto probabilmente si tratta di un cucciolo allontanato dalla madre magari a causa di un maschio (cosa che forse è capitata anche al "nostro" cucciolo in val Manez) destinato quindi alla morte.
Ma questa è la Natura, spietata e magnifica al contempo.
Così, risalendo il corso della Soča (Isonzo) e lambendo le severe pareti del Triglav, si conclude una stupenda vacanza all'insegna dell'amicizia e della Natura.
Per concludere riporto una citazione dal libro "L'Ombra dell'Orso" di Daniela Castellani : "L'ombra dell'orso è per noi più reale dell'orso vero e proprio. Cercare l'orso è importante, trovarlo è secondario, come è il viaggiare quello che ci affascina, non raggiungere la meta. Perché cercare l'orso è come cercare noi stessi e nel corso della ricerca può essere che noi cambiamo".
L'orso l'ho cercato e infine trovato, come ho trovato me stessa.
Una meta è stata raggiunta, ma se n'è palesata subito un'altra.
Un viaggio s'è concluso, ma un altro è appena cominciato.. to be continued.. bear hail!
Claudio poco dopo l'avvistamento del primo orso
Paesino sloveno
Macro
Giglio carniolico (Lilium carniolicum)
Tramonto dal Veliki Slivnica
Per prati..
Nebbie slovene
La regina di Rog
Max e una tana di orsi
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