domenica 29 maggio 2011

29/05/2011 Alla conquista dello Veliki Snežnik (Alpi Dinariche - Slovenia)

Domenica, approfittando della serenata, partiamo alla conquista del Veliki Snežnik, ovvero il Monte Nevoso, che con i suoi 1796 metri è la vetta più alta della Slovenia non alpina.
La quota, l'isolamento e la lontananza dai golfi di Trieste e del Quarnero sono i fattori che ne determinano abbondanti precipitazioni nevose, tale caratteristica ha reso famosa la cima fin dai tempi dei Romani che lo avevano appunto battezzato Monte Albius.

Dal punto di vista naturalistico-botanico il Nevoso è un luogo di transizione fra Alpi Giulie e Alpi Dinariche, quindi è facile imbattersi in specie endemiche.
Il territorio è carsico ovvero ricco di doline, grotte, inghiottitoi, baratri e campi solcati e proprio a causa di questa conformazione non esistono acque superficiali.

Dopo aver inquadrato il nostro obiettivo dalla stanza dell'albergo, saliamo in macchina e imbocchiamo l'ormai familiare sterrata per Mašun; oltrepassiamo la località Leskova Dolina e a quota 909 prendiamo un bivio a sinistra e saliamo fino a circa 1190 metri. Zaino in spalla e c'incamminiamo lungo la strada forestale fino a uno spiazzo dove inizia il sentiero vero e proprio.
Siamo all'ombra del Gašperjev hrib dove fu catturato il nostro Gasper.
Il sentiero sale ripido fra i verdi boschi di faggio e lambisce i bordi di numerose doline.
La dolina, che in slavo significa “valle”, è una depressione a forma di imbuto, prodotta dalla dissoluzione della roccia ad opera delle acque piovane e che presenta sul fondo un inghiottitoio cioè un’apertura attraverso la quale le acque meteoriche vengono convogliate in profondità. Essa è caratterizzata da un clima particolare: mediante il fenomeno dell'inversione termica troviamo in fondo, grazie alla temperatura più fredda, l'abete bianco e mano a mano che si sale prende piede la faggeta.

Usciamo dal bosco e ci ritroviamo in un'ampia e verde prateria costellata da ranuncoli e genziane; in alto, ammantata da un fitta fascia di mughi, fa capolino la nostra bianca meta.
Rientriamo in un bosco costituito da piccoli faggi contorti dai venti e dalle nevi; dopodiché c'inoltriamo nella folta mugheta dalla quale, di tanto in tanto, sbucano massi di calcare.
Ad un certo punto un camoscio solitario fa capolino fra i rami per poi sparire quasi immediatamente.
A circa 1645 metri, dove un bivio porta a Grčovec, cominciamo a pagare lo scotto per la giornata tersa: la bufera di vento imperversa senza tregua!
Giungiamo infine in vetta allo Snežnik (1796 m) dal quale ammiriamo infinite distese di bosco, le Alpi Giulie e il mare, dicono che in giorni particolarmente tersi si veda anche la Marmolada, sarà...
Il bisogno di metter qualcosa sotto i denti è impellente e quindi, più o meno al riparo dal vento, pranziamo e poi entriamo a bere qualcosa di caldo nel vicino e affollato rifugio.
Finito di sbevazzare scendiamo all'auto per la medesima via della salita.

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3 commenti:

  1. ciao

    mi sapresti dire se a quota 909 c'è qualche struttura
    che possa ricordare un avamposto-caserma di finanza negli 30-40??
    dovrebbe essere una struttura rettangolare con il tetto a triangolo nella parte centrale.

    grazie
    federico

    lovejazz@libero.it

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  2. Ciao Federico,
    intendi nel posto dove abbiamo svoltato per lo Sneznik lungo la strada che porta a Masun? Così a mente fredda non mi pare di ricordar niente, a Leskova Dolina invece ci son diverse costruzioni.

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  3. ciao

    siccome sto cercando una quota 909 che non so dove sia, ma visto che in quella zona gravitavano diverse caserme penso che fosse quella, ad esempio a Leskova ce n'era una.

    grazie cmq!!

    federico

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