Accantonati progetti più impegnativi per via della solita maledizione meteo del weekend, con Claudio ed Elisa, si decide di andare nelle Maddalene e di conquistare, tempo permettendo, Cima Trenta o Welsherberg, denominata monte dai due nomi. Il nome italiano deriva da una sottostante vecchia malga di Trent, quello tedesco proviene dal fatto che la montagna si trova sul confine col Trentino e quindi con gli italiani ("welsch" nel dialetto tirolese).
All'alba percorriamo la selvaggia e lunga Val di Bresimo e giungiamo alla malga Bordolona di Sotto (1806 m) dove lasciamo l'auto.
Il cielo sopra le nostre teste è terso, per ora le nubi si sono incagliate a sud.
Una bellissima cagnolina, Goccia, già da subito ci prende in simpatia e infatti ci seguirà per tutta la giornata.
Prendiamo il sentiero con segnavia 112 che, dopo un'iniziale incertezza, sale i pascoli in direzione nord. Oltrepassiamo i ruderi della ex Malga Scalet di Sopra dove una mandria di mucche comincia a puntarci.
Lo sguardo è attratto dalle cime che costellano la val di Bresimo: da ovest la dorsale Cima Zoccolo - Castel Pagano, Cima Tuatti, Cima del Lago, la nostra Cima Trenta e a nord est Cima Binasia e il Monte Pin.
Superiamo il bivio con il sentiero Aldo Bonacossa, il 133, e saliamo verso il Passo di Val di Clapa/Klapfbergjoch, valle percorsa qualche mese fa con le ciaspole.
Qui abbandoniamo il sentiero ufficiale, che perde quasi 170 metri, e tagliamo in quota per brulle praterie e pietraie fino a congiungerci con il sentiero 12 e di lì a poco siamo alla malga Hinter die Mader (2323 m) dove facciamo una breve pausa.
Nel frattempo il cielo si è coperto, e proprio dietro cima Trenta e Mattonara cominciano a formarsi cumuli... nonostante siano appena le 10 di mattina.
Saliamo di buona lena fino al valico (2502 m) che separa Cima Trenta da cima Mattonara: la vista s'apre d'incanto sull'idilliaca valle di Montechiesa e sullo sfondo si stagliano i monti della val d'Ultimo; ad ovest occhieggiano i bellissimi Laghi di Alplaner ad est dei piccoli laghetti senza nome.
Il tempo è sempre più incerto, cade qualche goccia, decidiamo comunque di salire in cima, mancano solo 100 metri circa e il rientro da lassù è più corto.
Saliamo su ripida cresta fino a uno sbalzo dove bisogna usare le mani, qui ci diamo da fare per aiutare la nostra affettuosa amica a quattro zampe.
Un tratto di cresta e eccoci su cima Trenta (2636 m), non c'è croce, solo una scritta sulla roccia.
Brontolii lontani. Non facciamo nemmeno la foto di vetta e cominciamo a scendere velocemente per la facile dorsale sud - sud ovest, in caso di temporale meglio evitare di stare allo scoperto.
Raggiungiamo il passo Alplaner (2424 m). Inizia a piovere, prima leggermente, poi sempre più forte. Indossiamo la ventina e cominciamo a discendere lungo la val del Vento seguendo il sentiero 136.
Camminiamo, quasi corriamo, sotto l'acqua.
Echeggiano i tuoni: non sono vicini, ma nemmeno troppo lontani per stare tranquilli.
Sono calate le tenebre e non è nemmeno mezzogiorno, le cime ci circondano scure e truci, ammantate dalle nubi. Mi sento di troppo in questo ambiente ostile.
Siamo forse nelle lande desolate di Mordor? Da un momento all'altro mi aspetto di vedere bande di orchetti!
Non è forse il Morannon, il Nero Cancello, quello laggiù?
Rumore di pioggia, eco di passi, strusciare di mantelle, scrosciare di rivi, brontolii.
Ci accorgiamo che il sentiero fa un giro un po' troppo ampio e vista l'urgenza cominciamo a tagliare giù per un vallone.
Con i piedi ormai in ammollo capitomboliamo sul sentiero 112.
Smette di piovere e il cielo comincia a riaprirsi, giungiamo così alla malga Bordolona di Sopra (2084 m).
Qui prendiamo il sentiero che taglia la strada forestale e poco sopra malga Bordolona di Sotto ci fermiamo a pranzare.
Sfiniti dalla corsa e dallo stress psicologico causato dal temporale ci lasciamo riscaldare e asciugare dai caldi raggi del sole.
Le ultime coccole a Goccia che c'ha fatto un po' da guida, un po' da angelo custode, una birretta in malga e poi via verso a casa.
Il sole splende e tutto ha ripreso colore.
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