venerdì 16 marzo 2012

11/03/2012 Ai prati di Valandro (Brenta)

Eccoci nuovamente in Brenta meridionale.
Con Carla e Renato partiamo dalla località Cros di Stenico (735 m) seguendo l'ormai familiare sentiero 346 che porta al ponte di Val Laon. Seguiamo la strada che taglia le coste meridionali del Valandro, sotto di noi giacciono le placide acque del lago di Ponte Pià.
Ora la via gira sul lato della val d'Algone, il Monte Iron si staglia dinnanzi a noi inesorabilmente senza neve.
Con Claudio facciamo una piccola deviazione.
Passo avanti e nei pressi di una canalone sento rumore di sassi, mi blocco.
La valletta mi preclude la vista. Ancora rumori.
Sassi che rotolano.. ecco far capolino un grosso camoscio.
Ritorno a respirare. L'ungulato mi fischia e se ne va via facendo precipitare un altro bel po' di sassi.
Ritorniamo sui nostri passi e, alla Baita dei Cacciatori, ci ricongiungiamo con Renato e Carla e di qui in breve saliamo alla Malga Plaz (1395 m), il cui prato è tappezzato dai primi crocus di stagione.
Dopo aver salutato gli attuali gestori della malga, proseguiamo in direzione nord-est ed entriamo nel bosco. Il sentiero corre ai piedi di una parete rocciosa e ci porta al Capitel de la Spina (1386 m) dove, al cospetto del Valandro, pranziamo.
Vista la bella giornata, decidiamo di allungare il giro e di salire ai Salti di Seo.
Imbocchiamo il sentiero 346 e attraversiamo due valloncelli dove, tre estati fa, avevamo avuto difficoltà a superare due valanghe superstiti dall'inverno. Oggi la situazione è straziante: non c'è neve e siamo a marzo.
Il sentiero s'impenna lungo una faggeta, ancora un ultimo sforzo e raggiungiamo i Prati di Valandro ( 1680 m).
Queste praterie mi sanno trasmettere ogni volta un senso di pace e tranquillità inimmaginabile.

Per il Brenta ormai provo due sentimenti contrastanti: un sentimento di "odio", per via della troppa frequentazione, e un sentimento di amore sconfinato per tutto il resto. Vorrei dedicarmi con più attenzione anche ad altre zone, vorrei esplorare l'Alto Adige, vorrei ritornare a scorazzare abitualmente in Lagorai come un tempo, ma alla fine c'è qualcosa che mi attira fra le guglie calcaree e le erte praterie di Occidente...un canto di sirena, il richiamo della foresta... è quella magia magnetica che solo la presenza del Signore delle Selve sa emanare.

"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior." Catullo
(tr. Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato.)

Giungiamo ai Salti di Seo e prendiamo il ripido sentiero che scende a Seo. Ad un certo punto Renato ci guida per vecchie piste, ovvero degli scoscesi "sentieri" che in passato probabilmente venivano usati per lasciar scivolare il legname a valle.
Così velocemente giungiamo all'auto e al termine di questo intenso weekend.


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5 commenti:

  1. Bella la citazione di Catullo!!!! :P

    smc (acronimo :D)

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  2. Guarda, me l'ha consigliata un mio amico un pò "semo" :D

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  3. delle serie: "no l'è poi così semo!" :D

    anonimissimo!

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  4. Da adesso in poi saremo di nuovo un po' più vicini. Mi sono convertito anch'io al mondo dei blog. Che diavoleria... non ci capisco niente!!! :D
    Bello rileggerti di nuovo!! Ciaoooo.... <:)

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  5. ma ciao fabbbbbriìì... ma no dai, è un casino all'inizio ma poi è abbastanza semplice e veloce ;) linko subito il tuo blog fra i preferiti

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