sabato 19 maggio 2012

19/05/12 Sul Castelberto sognando di incrociare le tracce di Slavc (Lessinia)

Questo sabato, per "non del tutto casuali motivi faunistici", abbiamo deciso di andare ad esplorare l’altopiano dei Monti Lessini, altopiano che si dispiega tra le province di Trento, Verona e Vicenza.
La parte sommitale di questi monti è tutelata dal Parco Naturale della Lessinia famoso per le sue peculiarità geologiche, infatti in esso sono presenti numerose doline, grotte e ponti naturali.

Dopo non aver sentito la sveglia ci fiondiamo a tutta verso Ala dove, nei pressi della frazione di Sdruzzina, imbocchiamo la strada che sale ripidamente alla Sega di Ala.
Già lungo questa ardita e panoramica via facciamo i primi incontri faunistici della giornata: un corvo imperiale che si alza in volo da alcune rocce, un camoscio che attraversa le verdi faggete che qui la fanno da padrone e il guizzo fulmineo di una volpe.
Parcheggiamo l'auto nei pressi del Faggio di Maia (1317 m) - un monumentale albero di circa 300 anni e una circonferenza di 5 metri - e poi c'incamminiamo lungo la forestale.
Ben presto giungiamo alla malga Lavacchione (1405 m) splendidamente affacciata sulla catena del Baldo, sui ghiacciai dell'Adamello-Presanella e sulle guglie del Brenta.
Stiamo cercando l'attacco del sentiero 106 che scende lungo il prato della malga, quando una marmotta attira la nostra attenzione, la osserviamo a lungo e dopo poco ne salta fuori un'altra.
Le prime della stagione.
Intercettiamo il sentiero che punta verso nord e ci abbassiamo con vista sulla val Lagarina; transitiamo sotto alcune suggestive paretine rocciose quando ad un tratto un rumore attira la nostra attenzione: è un camoscio che scappa via.
Ad un certo punto sbuchiamo su una "nuova" strada forestale, ci sono lavori in corso e i segnavia spariscono all'improvviso, per di più la cartina che abbiamo è carente e poco dettagliata, decidiamo così di seguire la strada verso l'alto e un altro camoscio fugge via fischiandoci contro.
Giungiamo alla fine del cantiere e siamo di fronte a un bivio.. dove proseguire?
Dopo un po' di tentennamenti procediamo su una stradina laterale dove finalmente incrociamo il bivio con il sentiero 112 che ci porta alla malga Foppiano (1364 m) dove facciamo una breve pausa.
Dalla malga seguiamo il sentiero 111 che risale il costone erboso fino a uscire sui pendii di malga Castelberto (1663 m) dove ci fermiamo a pranzare.
Da qui risaliamo lo spallone del monte Castelberto e giungiamo sui 1762 metri di questa cima dove è presente anche un osservatorio direzionale.
Sotto di noi si apre il solco della val di Ronchi incorniciata dalle Piccole Dolomiti e dal gruppo del Pasubio; alle nostre spalle si dischiude il bucolico e vasto ambiente dell'altopiano della Lessinia: il territorio del lupo Slavc e della sua presunta compagna.

M'immagino di esser qui di notte, sull'altopiano battuto dal vento e di udire il loro "canto".
Mi vengono i brividi d'emozione al solo pensiero.

Visto il vento fastidioso decidiamo di bere qualcosa di caldo al rifugio Castelberto (1765 m), edificio ricavato dalla fedele ricostruzione di una ex caserma della Prima Guerra Mondiale.
Dopo esserci rifocillati proseguiamo in direzione sud lungo la strada carrozzabile che attraversa gli ondulati e verdi pascoli della Lessinia.
Ad ogni piccola pozza per il bestiame ci fermiamo a controllare se nel fango ci sono impronte di lupo, ma non rinveniamo alcunché.
Superiamo malga Lessinia e, poco prima del bivio del Pidocchio, tagliamo per i prati in direzione della malga Campo Retratto (1565 m); superata questa giungiamo a malga Lavachietto (1488 m).
Qui scendiamo lungo una valletta dove sono presenti delle particolari e turrite conformazioni rocciose e giungiamo nei pressi del parcheggio.
Prima di ritornare a nord, ci immergiamo nella sottostante foresta di faggi e portiamo i saluti all'antico Re di Maia.

Malga Lavacchione
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Malga Castelberto
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In cerca d'impronte
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Particolari formazioni rocciose
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Faggio di Maia
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