Eccoci alla seconda gitona della settimana:, meta El Cornon, la cima più alta del parco.
Iniziamo il cammino dal paesino di Santa Maria nei pressi del Puertu di Somiedo, dove una miriade di balestrucci ci danno il benvenuto.
Proseguiamo su una strada bianca chiusa al traffico e a un bivio giriamo a sinistra attraversando il Rio Bayo.
All'improvviso sentiamo degli schiamazzi, non siamo più abituati ai rumori molesti! Arriva un gruppetto di persone che ci supera e va oltre. Procediamo lungo il sentiero che percorre la Veiga Cimera, quand' ecco che incontriamo un bel po' di vacche, solo che tra queste ci sta pure un grosso toro! Perplessi sul da farsi, ecco che ci raggiunge un altro chiassoso gruppo di persone, approfittiamo della massa e superiamo il toro.
C'è gente ovunque, ma per fortuna come appare scompare e ritorna la pace.
Ora il sentiero comincia a inerpicarsi sul versante nord orientale del Miru la Piedra, costone ricoperto da erica violacea e da gialle ginestre, tra gli arbusti fa capolino un uomo a dorso di mulo.. altro che quad!
Giungiamo a un valico con vista sulla dirimpettaia Pena Penouta e l'omonima valle sottostante.
Proseguiamo lungo un sentiero che perde un po' quota e attraversa piccole radure, alla nostra sinistra si stagliano le creste de L'Altu Prefustes, sulla destra il Miro Malu. Sulla pista rinveniamo una fatta di lupo con peli di cinghiale.
Raggiungiamo un altro valico con vista sul nostro Picu del Cornón: mii.. è ancora lontano!
Max vede all'orizzonte una cicogna solcare il cielo.
Ora siamo sulle Mozarras, un altopiano di silicio tappezzato di ginepri e mirtilli e solcato da numerosi corsi d'acqua, piccoli laghetti e qualche nevaio. Qui i soliti segnali spariscono quindi proseguiamo un po' a casaccio con lo sguardo puntato sulla nostra meta e sulle vicine Peña Blanca e El Fontanón.
Finalmente ritroviamo il sentiero ufficiale ed eccoci alla base del Cornon. Anziché prendere il sentiero che sale diritto in cima, prendiamo la via di cresta ed in men che non si dica eccoci sui 2188 metri del Cornon, sul confine tra Leon e Asturie, con splendida vista sulla Cordillera Cantabrica e su innumerevoli valli e convalli.
Ci sono moltissime mosche e moscerini e per questo motivo, a momenti, la vetta si riempie di nuvole di rondoni a caccia.
La giornata è tersa, siamo soli e ci stravacchiamo a contemplare il tutto.
Claudio sbinocola a destra e a manca e individua qualche camoscio che prende fresco su alcuni nevai della valle del Riu Cornon, li osservo anch'io, poi mi sposto pian piano sulla destra finché non giungo su un altro nevaio e.. flash.. vedo un animale sdraiato sulla neve.. non è un camoscio..e qui scatta la mia famosa frase "Non per creare falso allarmismo, ma quello NON è un camoscio.. mi sa che è un lupo" e infatti LUPO fu!!! Mucha mucha mucha suerte!
Max riesce a intercettarlo, Claudio purtroppo no.
Ha la pelliccia molto scura, quasi subito si alza (ci avrà sentito anche se eravamo così distanti?), attraversa un ghiaione, un altro nevaio e sparisce fra i massi mettendo in allarme un paio di camosci.
Un lupo!!!! Se vedere l'orso è stato un colpo di fortuna, questo è stato un miracolo!
Che incontro emozionante!
Con un grifone che ci gira a pochi metri dalla testa continuiamo imperterriti a sbinocolare con la speranza di rivederlo e farlo vedere al Claudio.
Ma niente, sparito come un fantasma.
Dopo due ore di sosta decidiamo, seppur a malincuore, di rimetterci in marcia.
Riscendiamo dal Cornon e questa volta prendiamo il sentiero corretto, quello che percorre la dorsale con vista sulla valle di Almozarra.
Dopo un'altra piccola sosta ripercorriamo le vallette attraversate all'andata. Sto sbinocolando verso la Pena Penouta quando un movimento sul pianoro sottostante attira la mia attenzione, è una volpe che si aggira fra i cespugli, ci fermiamo ad osservarla zizzagare per un bel po'.
Ritorniamo poi al valico sul Miru La Piedra, non prima di aver avvistato anche un capovaccaio e un'albanella minore.
Percorriamo stancamente l'ultimo tratto di sentiero nel fondovalle e giungiamo a Santa Maria accaldati e bruciacchiati dal sole, ma soddisfatti su tutti i fronti.
“Ogni cima che raggiungi non è altro che una tappa intermedia” Seneca
continua
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