sabato 26 maggio 2012

26/05/2012 Sbinocolata serale alle Braña de Mumian: e orso fu!

Risaliamo la valle che da Pola de Somiedo porta al Puerto de Somiedo e lasciamo l'auto in un piccolo parcheggio sotto l'abitato di El Llamardal.
Carichi come muli cominciamo a salire lungo la strada che porta al paese; nei pressi di una cascina un signore ci chiede subito se siamo qui per l'orso - "Claro che sì!" - e ci dice, tranquillamente e senza astio, che è stato visto recentemente in zona.
Prendiamo un sentiero che s'inoltra in una fitta e giovane faggeta; poco dopo usciamo allo scoperto sui pascoli tappezzati di gialle ginestre che tagliano il versante occidentale della Pena de Gùa. Lungo la via troviamo una sospetta fatta d'orso.
Giungiamo così alle Braña di Mumián: costruzioni in pietra con tetto di rami di ginestre usate il passato per conservare il latte a bassa temperatura.
Godiamo di un bellissima vista su El Mocosu e sulla Sierra’l Páramu situate di fronte a noi, sull'altro lato della valle del rio Somiedo.
Proseguiamo un poco, poi ci appostiamo sopra le capanne e cominciamo a sbinocolare verso la Pena de Gùa: è pieno di camosci. Questa sotto specie è diversa dalla nostra, è simile a quella appenninica, ha il manto più chiaro e le corna più lunghe.
Siamo bardati di tutto punto perché fa freddo e spira un vento fastidioso. In cielo si alzano in volo alcuni grifoni, qui molto numerosi.
Dopo un po' mi alzo per sgranchire le gambe e cambio meta di sbinocolamento.
Ore 20:39. Sto osservando un canalone che scende da La Gata quando vedo una strana ombra scura aggirarsi ai piedi di un faggeta per poi sparire.
E' LUI, ma non ne sono certa al 100%. Chiamo a rapporto i miei due compagni di avventura.
Tutti e tre fissiamo quel punto, la nostra speranza è che prima o poi sbuchi più in alto, sopra la vegetazione.
Tratteniamo il respiro e poi "Eccolo!". Che "suerte"! E' molto scuro, con due macchie chiare sulla groppa, risale un ghiaione, poi lo attraversa e si butta dentro un'altra faggeta più grande.
Aspettiamo un po', ma l'orso non si fa più vivo, fa sempre più freddo e sono quasi le 21:30, ma c'è una luce pazzesca, ah le infinite giornate spagnole! Ci carichiamo sulle spalle l'attrezzatura e cominciamo a scendere, poco sotto le capanne Claudio rintercetta l'orso.
Ci fermiamo di scatto. Si sta aggirando fra la brughiera di erica e ginestre, giusto il tempo di vedere una macchia nera sparire dietro a un cespuglio per non apparire più.
Con addosso una carica inaudita e consapevoli di aver avuto una fortuna immensa ritorniamo all'auto sorridendo all'idea di cosa avevamo letto prima di partire per questa spedizione in terra ispanica: "la posibilidad de ver osos en libertad en nuestras montañas cantábricas es prácticamente nula". Tiè!


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Domenica, per far riposare il mio piede in previsione della mega escursione del lunedì, decidiamo di andare a fare un giro in auto.
La mattina andiamo ad esplorare una graziosa e sperduta valletta sopra Pola de Somiedo, attraversiamo gli abitati di Aguinu (834 m) e Perlunes dove avvistiamo un grosso grifone.
Poi ci spostiamo verso est e, dopo aver valicato il passo di San Lorenzo e lottato con un (finto) bao della m., andiamo a Proaza a far visita ad un altro centro sull'orso.
Sulla via del ritorno decidiamo di andare a sbinocolare nella valle di Saliencia, la risaliamo fino al passo di Alto la Farrapona o Collada de Balbarán, nei pressi del quale ci fermiamo a sbinocolare.
Il bottino di oggi è costituito da numerosi camosci, tre cerve e tre caprioli avvistati lungo la strada.

Alto de la Farrapona
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continua


contica

2 commenti:

  1. Ma tutto quel rosa è erica fiorita? Pazzesco! Poi abbinata al giallo delle ginestre sembra ancora più bello.
    Cervi, camosci, caprioli... orso... ma eravate allo zoo? Bellissimo! :)
    Come si dice in questi casi: aaah...

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  2. dimentichi il lupo!!!!

    sisi è erica.. :D ci sono dei contrasti spettacolarI!!!!! aaaaaa

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