lunedì 30 aprile 2012

30/04/2012 Direttissima Ravina - Viote (Bondone)

Dopo aver trascorso un proficuo week end in quel di Malga Cimana per un corso di birdwatching organizzato dalla LIPU eccomi, con Flavio, sulle rive del rio Gola a Ravina.
E' lunedì: "santo" ponte del 1° maggio!
Osserviamo il Parolet, una cimetta vicino all'onnipresente Palon, un po' intimoriti. E' lì a 1590 metri che vogliamo arrivare partendo dal fondovalle, non è tanto il dislivello, ma la pendenza ciò che temiamo (o bramiamo?).
L'idea iniziale è quella di salire per la Costa della Terlaga e scendere poi dal Senter del Guardadocio, ma in paese, su un vecchio pannello informativo, apprendiamo che quest'ultimo sentiero è chiuso.. strano .. sul sito della SAT non c'è alcuna segnalazione.
Seguendo il segnavia 693 oltrepassiamo la Torre dell'Orco e prendiamo la strada che sfiora il Maso Coser e attraversa Maso Baldo (455 m).Qui ha inizio il "Senter de la Terlaga" vero e proprio, finalmente termina la strada asfaltata e inizia un tratturo. Risaliamo lungo una faggeta fino a che non imbocchiamo un sentierino che corre in piano.. ma la pacchia sta per finire.
La pendenza comincia ad aumentare a vista d'occhio, siamo a ridosso di scoscese pareti, la vegetazione si dirada giusto in tempo per poter ammirare lo scempio di Villa Margone ovvero il contestato futuro vigneto dei Lunelli.
Risaliamo su fondo friabile fino all'altezza di due grotte artificiali e poi giriamo sul versante meridionale.
Giungiamo al bivio con il sentiero che porta a Garniga Vecchia, questo ci permetterebbe di accorciare il giro.. il cielo si sta coprendo, le previsioni sono un po' incerte.. e qui comincia a crescere il seme della follia: far tutta una tirata e salire alle Viote dove potremmo farci venire a prendere dal mitico Franco, il papà di Flavio.
Detto e deciso.
Puntiamo al Parolet. Il sentiero è letteralmente in piedi, non ci sono curve, va su dritto senza se e senza ma, senza respiro. Dopo aver superato una fascia di betulle e faggi, ci ritroviamo in mezzo ai mughi e fa un caldo boia, ma saliamo imperterriti.
Giriamo sul versante della selvaggia val delle Gole, che spettacolo!!! Di fronte a noi la severa parete est del Palon che chiude questa aspra e poco frequentata valle.
Un rumore dietro l'angolo, silenzio. Altri rumori. Fa capolino un camoscio che inizialmente non ci vede, poi realizza e scappa via a rotta di collo insieme a un altro.
Incontro emozionante come al solito.
Saliamo anche per roccette aggrappandoci ai mughi, ormai manca poco, gli ultimi metri ed eccoci in cima al piccolo paiolo, il Parolet (1593 m).
Telefoniamo a Franco che volentieri viene a recuperarci alle Viote.
Beviamo un po' e poi, attraversando un lariceto, giungiamo a un crocevia dove imbocchiamo il sentiero 626 che porta alla Baita SAT di Ravina (1650 m). Qui cominciamo a incontrare le prime consistenti chiazze di neve.
Una volta giunti alla baita ci rilassiamo per una buona mezz'ora.
Riprendiamo la marcia e per panoramico sentiero arriviamo alla croce del Belvedere (1690 m), uno sperone con superba vista su tutta la val di Gole e la città di Trento. Scattiamo qualche foto e poi imbocchiamo una stradina che velocemente ci porta alla Viote.
Solo qui incontriamo le prime persone ed ecco il salvatore della patria: Franco.
L'epica giornata si conclude con una puntata al bar dove facciamo due ciacole annaffiate da una dissentante, e quanto mai bramata, radler accompagnata da dolci vari.
La prossima volta.. direttissima al Palon!

Flavio e il Dos dela Cros
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Palon
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Il Belvedere. Sullo sfondo Trento
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1 commento:

  1. Ah ah, l'ho fatta leggere al mì babbo che si è detto onorato di essere stato definito "il mitico Franco"! :D

    Alla prossima direttissima! :P


    Flavioski

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